martedì 22 novembre 2022

18 minuti

 

Ritorno al futuro.
Tutte le scene in cui Marty incontra se stesso, in cui Doc incontra se stesso, in cui (una sola) jennifer incontra se stessa, e quando il vecchio biff lascia a se stesso il biglietto per il successo.
Non fa parte di questo film, ma possiamo mettercelo dentro, le scene in cui Diego incontra se stesso, solo che per una ragionevole congruenza con la realtà, il suo medesimo ha la forma di una ragazza (purtroppo bellissima).

Fuori così diversi, dentro identici in tutto e per tutto.
Con la testa più dura del mondo, nel cuore un sogno e tra le mani un destino tutto da scrivere.
E sotto i piedi un sentimento.
Indovinate chi ci rimetterà?

Aversi davanti e scoprire, capire, realizzare quanto si possa essere stati in bilico tra mille pensieri, che vedersi è quasi come rivivere da capo a dodici.
Forse è un pochino come guardarsi dentro e dare un senso alle tante, tantissime scelte, a quello che le ha spinte, a quello che lo ha fatto scegliere tra si o no, destra o sinistra e peggio tra dentro o fuori. Tra cuore e testa.

Diego grande guarda quello più piccolo, così incazzato affamato spaventato, con quella sana voglia di costruire e costruirsi, di surfare il sogno primordiale di buona parte degli esseri umani, fare qualcosa di se stessi, sacrificando gli altri e purtroppo se stessi.

Cosa dire al piccolo Diego?
Lo conosci così bene che sai benissimo che non ascolterà mai, sai meglio di lui il minestrone che c'è nella sua pancia, è una miscela di milioni di sentimenti tutti belli e tutti decisamente contrastanti. Una sbobba a volte assassina, gratifica a tratti, con picchi altissimi, da vertigini, che comunque dura poco.
Ultima del Diego più grande, un ruolo gigantesco, mai nemmeno immaginato.
Quanto è durato? Il tempo di circa 200 apprezzamenti dei social, il sorriso dei genitori, un calice verso l'alto e l'infame destino di non vederlo mai bilanciato con qualcosa che, il tempo, ha chiarito valere tanto di più.
Ma come fai a farlo capire al giovane Diego. Come cazzo fai a non farglielo vivere?
Come si può non amare se stessi, anche se fa male a se stessi?
Come si fa a non fare un sorriso enorme davanti a quella spinta, a tutta quell'energia pimpante.

A che serve avvisare delle cicatrici che porterà?
Piccole medie grandi, passeggere o durature.
Come si fa a fare pace con tutto questo?
Come si fa ad accettare che niente cambia il percorso della vita?
Come ci si può rassegnare a dover buttare via un trilocale pieno d'amore perchè anche spiegandolo le parole finiscono nel vento e basta mezza soffiata per portarsele via.

Il Diego piccolo sta a bomba, vede avanti fa paura e la sola cosa che sa fare è correre, rincorrere, scappare. Dalla paura di non farcela, dal semplice timore di non essere così bravo, ma sentire di esserlo e volerlo dimostrare e basta, principalmente a se stessi. Appunto.

E adesso che si fa?
Mai è previsto di guardare indietro.
Mai e poi mai sarà possibile capire che qualche volta il corpo ci parla, le bolle in bocca ci dicono che siamo stanchi o stressati, il fiato corto ci dice che siamo fuori forma, un cazzo morto ci dice diverse cose, per alcuni "portami dall'andrologo", per altri "amico, siamo nella merda fino al collo", gli occhi che non si chiudono nemmeno la notte suggeriscono turbamento.

Ho finito il tempo.
Diego grande entra nel suo loop.
Diego piccolo tutto quello che farai è meraviglioso, sei e sarai bravo, la senti quella voce che dice "guarda tu sei diverso?", sì, è vera. Attimi di puro godimento, intensissimi.
Poi però arriverà una persona, e conoscerai una cosa impossibile, la felicità, quella che non sai spiegarti, che non hai mai conosciuto, quella che di mercoledì senza che niente stia succedendo, tu, senti una pace che mette qualunque cosa in equilibrio, e qualunque altra cosa semplicemente su un piano diverso e (anche se non tantissimo) meno importanti.
E sentirai una forza sconosciuta ed immensa, infinita come il movimento del mare, seguirai quella forza come le onde la luna, passando da una parte all'altra, un movimento repentino, una danza leggera, morbida, e la sola cosa che potrai fare è (quando arriverai dove sono io) è doverla dimenticare. O almeno fare finta.



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