giovedì 20 ottobre 2022

C'è un tizio in pigiama in una stanza grande che la sera gioca con me.

 

Dormire poco, a volte sempre meno. Svegliarsi dopo aver appena chiuso gli occhi, quasi fosse stato solo un battito di ciglia.
Perdere sonno come perdere i sogni.
Dimenticati o mai venuti?

Credere e sperare, immaginare nel buio, ricadere nel cuscino e costringersi ad aprire gli occhi per trovare contatto con la terra, la vita, la realtà.

Meglio i sogni?
Sì, se sei capace di aver pazienza e realizzarli.
No se ti fermi solo a quelli.
(tra queste due frasi avrei potuto sceglierne solo una, dicono la stessa cosa in senso opposto)
Si può trasformare il giorno nella notte, i sogni non esistono, sono diventati realtà.
Li vivi, li respiri e li tocchi.
Non aver più voglia di dormire perchè quello che vivi alla fine è uguale, forse megliore.
Che palle, rotonde, fosforescenti, laccate, specchiate, riflettenti come quelle di Natale sull'albero. Quelle che prima osservi da lontano e poi ti avvicini con il viso per vedere che si allunga fino al bordo.

Sognare di notte, immaginare di giorno, sbuffare in continuazione.
Non voglio tutto, voglio solo quello. Che non è molto e non da fastidio a nessuno.
Posso volere una cosa che nessuno vuole tranne me, quindi alla fine, mondo, ma che fastidio ti darei?
Sì, prometto di impegnarmi, come da bambino come a scuola come a lavoro.
Mi date uno schermo e mi fate vedere quando succede? Se succede?
Se non succede non fatemi vedere niente, per carità posso mangiare piattole per un mese.

E in riferimento agli incroci, se posso chiedere, posso sapere a chi da fastidio che le cose per mezza volta vadano semplicemente dritte, senza:
accavallamenti, sovrapposizioni, cambi di rotta o qualunque altra cosa che comporti l'inserimento di un elemento (piccolo o grande) di complessità?
Forse alla stessa sconosciuta persona che per un motivo incognito, anche a se stesso, preferisce che da queste parti si vivano momenti altalenanti dire montagnerussosi tra gioia suprema e frustrazione spaziale. Sì, forse è lui, per lui.
Ciao tu, come ti chiami?
Posso sapere che t'ho fatto?
Ma chi sei un giustiziere?
Rosichi perchè nella vita fai l'esattore della tasse, tutti ti odiano, e quandi di sera, tardi, ti metti davanti al computer e controlli le tue caselle excell con tutte le faccette (la mia incliusa) di quelli a cui, pur non conoscendoli, devi venire a rompere i coglioni?
Ma non puoi chiamarmi invece?
Ci facciamo due chiacchiere, ti offro una birra, andiamo al cinema, i porto a mignotte (o escort), non so qualunque cosa ma, pur non apprezzando il tuo lavoro, farei di tutto per togliere il mio fascicolo dal desk del tuo computer pulciosissimo e farti concentrare su altre persone.
Non puoi prendere gente più giovane?
Non ti sei divertito abbastanza con me? Dai, lo sai anche tu che è una vita che mi stai dietro, o no?

Posso sbuffarti in faccia senza temere che tu possa peggiorare le cose?


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