martedì 5 giugno 2018

Conversazioni di peluche.



Educatamente spiaggiato su quello che a breve sarà il mio ex divano di casa, padrone dei cuscini e acuto osservatore di tutto quello che in casa succede, ci sta Paolo.
Paolo avrà circa un anno e mezzo, un anno e due mesi, insomma, più di un anno.
Alto circa un metro e mezzo, ha gli occhi nocciola scuro e un pelo che sembra prossimo ad una bellissima sfumatura color caramello.

Ogni tanto, che ci crediate oppure no, io e Paolo facciamo delle chiacchierate lunghe e davvero interessanti.
Giusto ieri mi ha visto tornare a casa con la faccia divisa a metà.
Non ha detto niente perchè sa che se voglio dire qualcosa inizio a parlare prima io.
Stranamente nonostante fossi, come detto prima, a metà tra una bella serata e mille (ma tra tanti uno) strani pensieri, non gli ho detto niente.
Ho messo un film in tv e abbiamo iniziato a guardarlo insieme.
Lui attendeva, probabilmente sapendo che prima o poi avrei sbottato.
E così, è stato.

"Un mio amico oggi mi ha detto che forse non è più innamorato". 
E io gli ho detto che fa tutto schifo".

Non ha risposto Paolo, è rimasto in silenzio.
Ha imparato quello che ho imparato anche io da tempo: quando vuoi sapere le cose da qualcuno, bisogna restare in silenzio. 

Insomma gli ho raccontato che era stata una bella serata e che alla fine però questo mio amico aveva un sacco di nuvoloni in testa. Nonostante da giorni il sole di Dubai sia sceso su quasto angolo posh della Germania.
Era contrito, appesantito, aveva gli occhi socchiusi mentre camminava, come quando il mal di testa ti preme sulle tempie.
Nonostante sapessimo dove stavamo andando, in realtà, i suoi passi sembravano muoversi senza una direzione chiara. Fissava le sue scarpe, teneva il collo basso, a tratti.
Si giudicava per quello che aveva dentro. Si incolpava come se fosse il suo peggior nemico.

Ho detto a Paolo che sono rimasto sorpreso di tanta sincerità, o di come questo mio amico, nonostante non ci conosciamo da così tanto, abbia scelto me, per liberarsi l'anima, per togliersi un pezzo di questo peso.
Aveva un testa talmente piena di domande che il suo viso somigliava più al cerchio del punto interrogativo.
Ho detto a Paolo che quando ci siamo seduti lui, ha iniziato minuto dopo minuto a sciogliere le parole, da calce diventavano acqua.
Le cacciava dalla bocca come se stesse grattando via la carta da parati vecchia dal muro.

E insomma, ho raccontato a Paolo di come questi due miei amici stanno insieme da anni.
Delle loro avventure, di come partiti da un punto comune, si siano rifatti una vita insieme, lontano dai loro amici, lontano da ciò che più scalda il cuore. 
Lontano da tutto, ma vicini. 
A volte un mondo può essere fatto solo di due persone. 
Giusto Paolo? (Gli ho chiesto, non ha risposto).

Insomma mentre gli raccontavo di come questo mio amico smantellava il suo stomaco davanti a me, che niente davvero avrei potuto fare per lubrificare e mettere a nuovo quei pezzi, ascoltavo cercando di calarmi nella cosa.
Io, che di tutto questo, non ho minimamente idea.
Io che di vivere insieme, non ho mai avuto la minima esperienza.
Io che di scegliere una cucina, un armadio, o scegliere le ferie insieme, seriamente, ho la stessa confidenza che ha un bambino di un mese con il cubo di Rubik.

Quindi mentre il mio amico cercava da me delle risposte, mi sono solo sentito di dirgli quello che pensavo, e quello che pensavo era: fa tutto schifo.
E così gli ho detto: "Fa-tutto-schifo".

Fa tutto schifo perchè questa giostra chiamata amore, certe volte, ha davvero rotto il cazzo.
Ha rotto il cazzo perchè si prende gioco di noi. Di tutti noi.
Ci fa fare un giro, poi, finiti i soldi, ci lascia a piedi e fa salire qualcun'altro.
E vaffanculo hai rotto il cazzo, allora.

E allora, solo per un istante, ho sentito quel piccolo stronzissimo senso di gioia.
Il senso di gioia più egoista del mondo.
Ho toccato con mano il lato migliore del non avere qualcuno per cui doversi alzare, o qualcuno con cui dover programmare, qualcuno a cui (amorevolmente) dover rendere conto.

E ho pensato allo stesso modo: che-schifo-pure-quello.
E poi ho pensato: sì, però almeno così sei salvo.

Salvo dal dolore. Salvo dalle paranoie. Salvo dal futuro.
Salvo da tutto quello che quando non ce l'hai, lo immagini, disperatamente, per farti venire un sorriso; anzi, il sorriso esce fuori da solo. E lì, se non sei un cialtrone che si dice le bugie, lo capisci che quel disegno, quella foto che hai in testa la vorresti, che ti manca.
Sei salvo dall'illusione della favola.
La favola dell'infinito, dell'amore eterno.
La favola della sicurezza.

Allora parlando con Paolo (che secondo me dopo un pochino si era annoiato perchè il film era troppo più interessante) gli ho detto che volevo essere più d'aiuto di così, e che volevo quindi dire qualcosa a questo mio amico che, senza motivo, aveva scelto me per avere mezza risposta, un quarto di consiglio.

Quindi ho detto a Paolo che mi sono preso la responsabilità di dire: guarda che non muori domani.
Sì, gli ho detto così: guarda-che-non-muori-domani.

E gli ho detto così perchè intorno a me, io, vedo tanta gente che se la fa sotto.
Vedo tanta gente che cerca o scende a compromessi assurdi con se stessi.
Per paura che il tempo passi. Per paura di restare soli.
Dimenticando la sola cosa vera che conta nella vita: che senti qualcosa, se la senti veramente. Che la foto che ti fai in testa, la tua isola felice, non puoi davvero vederla se non sei in due a costruirla. Che se la vedi da solo vuol dire che non riguarda te e un'altra persona, ma solamente te stesso.
E che quindi quello non è un sogno comune, ma un traguardo individuale.

E gli ho detto che se quella foto, lui (il mio amico), la vede senza condividerla con lei, senza che sia fatta anche di quello che dice lei, quella foto non è loro due, ma solo come lui vuole essere prima o poi, non dove lui vuole arrivare con lei.

Ho detto a Paolo che mi sono sentito responsabile, subito in colpa.
Perchè chi cacchio sono io per dire una cosa del genere?
E se le mie parole fossero entrate come un veleno dalle orecchie fino a raggiungere il suo cuore.
E se le mie parole lo spngessero verso qualcosa che non pensava?
O forse aveva solo bisogno di una spinta?
E se magari lui già ha tutto chiaro, e quello che cercava era solo il modo di cacciare quel tumore fuori dal suo corpo, dai polmoni, sputarlo come catarro dalla bocca e vederlo morire a terra.

È strano, come ho detto a Paolo, che ci si ritrovi tutti qui a parlare quasi sempre delle stesse cose. Girando a vuoto come mosche intorno alla medesima merda.
Sorrisi che diventano ferite che diventano cicatrici.

Si salvi chi può.
Chi è oggi ancora così coraggioso da crederci, da metterci la faccia.
Chi è così folle ancora da credere di non sbatterci la faccia.

Ecco a dire la verità io a Paolo gliel'ho detto, che siccome io la faccia ce l'ho sbattuta, forse, il mio piccolo senso egoista, ha avuto con quella chiacchiera, un piccolo momento di gloria.
Perchè senza dubbio restarsene per conto proprio fa perdere un milione di cose, ma è altrettanto vero che non si finisce nuovamente a parlare con qualcuno avendo un cerchio alla testa grande come gli anelli di Saturno.
Non si torna a casa dovendo sorridere a qualcuno mettendo una maschera.
Certo, i problemi capitano a tutti, sta anche nella forza dell'unione superarli.

Qualcuno una volta mi ha detto: "...ma che dici?! Guarda che quando si sta insieme anni si passano milioni di fasi, bellissime e tremende, mica è sempre tutto come quando inizia".

Ecco quando questa persona mi disse questo ho provato due sensazioni:
benessere
invidia

Benessere perchè la favola allora esiste davvero, e si sa che anche le favole vivono del loro momento buio. Quindi sì, capita di dormire sul divano. Capita di svegliarsi prima e uscire sperando di non incrociare lo sguardo di una persona. Capita di non sentire quella spinta, quel fuoco. Capita.

Invidia perchè lei lo sapeva, perchè c'era già passata. E io no. E quindi, in un certo modo, non eravamo uguali. E la amavo così tanto che ho odiato che lei avesse imparato qualcosa senza di me. Odiai il fatto che non ci fosse capitato insieme.
Come tante altre cose, del resto.

Ecco allora ho detto a Paolo che penso che tra tutte le paure che si possano avere nella vita, forse, quella meno conosciuta ma più sviluppata, è quella di amare veramente.
Siamo come pesci in un oceano. Ci accorgiamo di un verme. Ci guardiamo intorno con la speranza che siamo stati i primi e soli a vederlo.
E abbocchiamo.

Talmente scemi o golosi di provare quella felicità da dimenticare quanto il rischio di sbattere il grugno (nuovamente) possa fare male.
C'è davvero tanta bellezza in questa demenza. 
Davvero tantissima poesia nella nostra romantica scemenza.


Le favole dicono che sia possibile.
Gli avvocati divorzisti ringraziano le favole dai loro lettini su isole di sabbia bianca corallina mentre sorseggiano qualcunque cosa vogliano bere mentre la pelle si abbronza.

Renato Zero canta "No, a chi amerà una volta sola".
Ma questo a Paolo non gliel'ho detto.
Anche perchè ad un certo punto si era anche addormentato.

E allora mi sono detto che magari era il caso di andare a dormire.
E ci sono andato. Senza avere un'idea proprio chiara su cosa credere e cosa no.
Senza sapere se io, come tutti gli altri, davanti a quella paura sceglierò di fregarmene di nuovo, o se volterò le spalle ad nuovo inaspettatissimo regalo della vita.

Sarò un pesciolino forte e capace di pinnare altrove, resistere alla tentazione ma restare incompleto, o goloso golosissimo e con un foro già pronto nello stomaco?

E tu?

2 commenti:

Theresa williams ha detto...

Ciao, sono Theresa Williams Dopo essere stata in relazione con Anderson per anni, ha rotto con me, ho fatto tutto il possibile per riportarlo indietro ma tutto era invano, lo volevo così tanto indietro a causa dell'amore che ho per lui, L'ho pregato con tutto, ho fatto delle promesse ma lui ha rifiutato. Ho spiegato il mio problema alla mia amica e lei mi ha suggerito di contattare un incantatore che potrebbe aiutarmi a lanciare un incantesimo per riportarlo indietro ma io sono il tipo che non ha mai creduto nell'incantesimo, non ho avuto altra scelta che provarlo, io ho spedito il mago dell'incantatore e lui mi ha detto che non c'era alcun problema che tutto andasse bene prima di tre giorni, che il mio ex tornasse da me prima di tre giorni, ha lanciato l'incantesimo e sorprendentemente nel secondo giorno, era intorno alle 16:00. Il mio ex mi ha chiamato, ero così sorpreso, ho risposto alla chiamata e tutto quello che ha detto è che era così dispiaciuto per tutto quello che è successo che voleva che tornassi da lui, che mi amasse così tanto. Ero così felice e sono andato da lui che è così che abbiamo iniziato a vivere felici insieme di nuovo. Da allora, ho promesso che chiunque conosca un problema di relazione, sarebbe di aiuto a tale persona riferendola all'unico e potente incantatore che mi ha aiutato con il mio problema. Sua e-mail: {drogunduspellcaster@gmail.com} puoi inviarlo via email se hai bisogno della sua assistenza nella tua relazione o in qualsiasi altro caso.
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Unknown ha detto...

Ciao a tutti. Avevo il cuore spezzato perché avevo un pene molto piccolo, non bello da soddisfare una donna, avevo così tante relazioni interrotte a causa della mia situazione, ho usato così tanti prodotti che ho trovato online ma nessuno poteva offrirmi l'aiuto che cercavo. ho visto alcuni commenti su questo dottore chiamato Chief Dr Wealthy e ho deciso di inviargli un'e-mail su: wealthylovespell@gmail.com, così ho deciso di provare il suo prodotto a base di erbe. gli ho mandato un'e-mail e mi è tornato in mente, mi ha dato alcune parole di conforto con la sua crema alle erbe per l'allargamento del pene. Entro 1 settimana da lì, ho iniziato a sentire l'ingrandimento del mio pene ", e ora sono solo 2 settimane di utilizzo del suo prodotti il mio pene è di circa 9 pollici più lungo e forte. Sono così felice .. mi sento libero di contattare il capo Dr Wealthy sulla sua e-mail: wealthylovespell@gmail.com o puoi anche chiamarlo sul contatto dell'app Whats +2348105150446