mercoledì 30 agosto 2017

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Esiste un mondo che sta dentro un mondo.
Un limbo.
Il limbo delle cinque di mattina.
Troppo presto anche solo per pensare di svegliarsi e fare cose che dovevi fare e che non fai mai durante la giornata, troppo tardi per pregare gli occhi e il respiro di tornare a fare il loro sacrosanto lavoro.
Dormire, ovviamente.

Maggiore è la resistenza al fatto naturale che il corpo si stia svegliando o lo abbia già fatto, maggiore sarà il fatto che nel breve arco di quindici venti minuti le tue membra sono in salotto contemplando una serie di suoni che mai avevi ascoltato.
In alcune parti del mondo, le maggiori, alle cinque ancora neanche il sole è sorto, quindi sei completamente nel buio.
Obbligato ad accendere la luce.
Cosa pessima di prima mattina.
Obbligato a mangiare con la velocità di un bradipo pigro, anche se effettivamente non senti ancora nemmeno i morsi della fame.
Tutto quello che passa per la testa, dal momento in cui non sei più disteso diventa quasi fattibile, anzi prima percorribile dalla mente, tipo:
scrivere qualcosa
guardare un film lasciato a metà
uscire per andare a correre
fingere di avere sonno improvvisamente e ritornare a letto
tornare a letto comunque e fare la fettina panata almeno fino alle sette
(la fettina panata è il movimento del corpo che si gira e rigira mille mila volte sul materasso non trovando conforto in nessuna posizione)

Alle cinque di mattina, i pensieri vanno che è una bellezza.
Sei in parte felice perchè, questo orario, questo limbo, è il degno effetto di un recentissimo ritorno a casa, da zone con diverso/diversissimo fuso orario.
Ti godi uno strascito di vacanza che, in effetti, non esiste più.
In seguito, verso le dodici, maledirai questo strascico con sonore parole dirette a qualunque plausibile colpevole.

Musica leggera, quella serve comunque, anche alle cinque .
Ma non subito subito, altrimenti il tuo corpo, anche se è più lui che ti ha alzato, si incazza.

Alle cinque di mattina, pensi tante cose che non hanno davvero alcun senso.
Pensi magari a tutto quello che hai pensato in viaggio.
Pensi a tutto quello che non hai voluto pensare in viaggio.
Alle cinque di mattina, solo dopo le vacanze, solo prima di dover fare la doccia per andare a lavoro, ti viene voglia (manco fosse la prima volta) di cambiare il 55% della tua vita.
Ti viene voglia di prendere tutti i panni che hai steso e fare lo zaino di nuovo.
Solo che questo imput/stimolo/riflesso incondizionato della vita sociale lo hai già combattuto in aeroporto, durante uno scalo, davanti al gate che non era il tuo ma che annunciava l'ingresso per un posto che davvero ti chiamava.
Non forte forte.
Ma silenziosamente.
Un sussurro di vita, di speranza, di sincerità soffocata.

Alle cinque di mattina, quando poi si sta anche avvicinando Settembre viene in mente quando andavi a scuola.
Perchè in fondo nessuno lascia mai il banco di scuola.
La scrivania è solo il banco cresciuto, insieme a noi.
Si è fatto solo più grande, più stanco, in qualche modo.
Pensi a quanto era brutto dover tornare a scuola dopo tre mesi.
Al suono pessimo e squillante della campanella.
Al senso di strana euforia, un briciolo di allegria per il fatto di ritrovare i tuoi compagni.
Una scintilla di qualche minuto, per poi ripiombare nella più totale monotonia delle cose che come sempre si ripetono.
Avevi nuovi racconti.
Avevi forse qualche aspettativa per l' anno che stava per cominciare.

Ecco, alle cinque di mattina è categorico non avere la minima aspettativa per il futuro.
Prossimo o venturo.
Bisognerebbe forse istituzionalizzare la totale presenza di qualunque aspettativa.
Evitiamo voli pindarici.
Evitiamo tonfi. Grazie.
Prego! Di niente.

Alle cinque di mattina prendi le cose per come sono.
Forse è buio, forse è giorno.
Di sicuro possiamo chiamarlo penombra, come tutti i limbo.
Non sai mai come cazzo sono, a cosa cazzo servono e sopratutto dove cazzo vanno a parare.

Dalle cinque di mattina, il giorno prima di Settembre, ricomincia un anno intero.
Dicembre non conta un cazzo.
Dicembre è per le feste e per altre cose.
L' anno, quello vero ricomincia a Settembre.

Prendiamo il grembiulino dall'armadio.
Quello blu.
Un fiocco bianco.
Le scarpe da ginnastica e una camicetta.
Mi raccomando, scegliete tutti un buon banco, perchè sarà quello che terrete per gli altri 11 mesi.
O per il resto della vostra vita.

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