venerdì 16 giugno 2017

Orecchie-il fischio del mondo che parla.



Raramente capita di avere una sala tutta vuota per vedere un film tanto bello.
Incredibilmente l'assenza di persone è sembrata in tema con il film stesso.
Una storia di intima solitudine. La storia di un puntino nell'universo.

Un film in cui una persona si sente isolata, sola, distante da tutti, da un mondo al quale non sente, esattamente, di appartenere. 
Si sente migliore? No, solo diversa. 
Forse stonata rispetto al ritmo che il mondo ha preso da tempo.
Non è la storia di un dissociato.
Non è la storia, stile americano, di uno schizofrenico.
Fortunatamente.

La storia in bianco e nero, che fotografa degli scorci di Roma da far uscire le budella dallo stomaco in quanto a bellezza e maestosità, racconta con inquadrature semplici, piatte e bellissime, un percorso di crescita, un funerale e del suono dei pensieri: un fischio nelle orecchie.
il personaggio dell'inetto? Neanche troppo.
Lui, è solo un ragazzo un tantino bloccato. 
Fermo nel suo tempo e nel suo spazio.
Un ragazzo un tantino sfiduciato.
Che fa della sua naturale incapacità di capire gli altri, tirata fuori dal fantastico occhio e tempo comico del regista, la sua dote migliore.
Mai l'ironia è stata tanto piena di provocazione.
Mai una risata poteva far tanto pensare.

Lui, il ragazzo chiuso nella sua scatola, alla fine avrà il privilegio di dire qualche parola ad un funerale, diciamo particolare.
Il funerale appunto, filo conduttore di tutto il film insieme ad un incredibile fischio alle orecchie con il quale si sveglia quella mattina.

Fischio, funerale e persone raccontano insieme quel piccolo disagio che ogni piccolo grande uomo, con la strana dote o vizio di voler utilizzare il proprio cervello, si porta dietro e con il quale finisce (in qualche modo) per doverci fare pace.

Frasi memorabili del film ( a memoria la mattina dopo) sono: 
"Il compromesso è una resa, infondo"

Dottore che parla:
"La gente viene da me dicendomi che sta male e quando io non trovo niente s'incazza. Invece di essere sollevata".

Una di queste due citazioni, verrà sovvertita e sarà l'inizio di una nuova vita.

Forse, questa storia, tenera e profonda, è un bellissimo inno alla semplicità.
Un invito forte forte a tutti noi di accettare quello che succede attorno esattamente così come è.
Che sia incomprensibile, superficiale o anche solo distante dal nostro modo di vedere la vita, se accoglierlo è sufficiente per farci fare un sorriso, allora perché non strizzargli l'occhiolino?

Andate a vederlo. Non lasciate che una storia così la guardino solo sedie vuote.
Veloci, è rimasto solo al cinema Fiamma (a Roma), è anche in una zona meravigliosa.





E comunque scusate il francesismo, ma possono girare tutti i film del mondo in tutte le città del mondo, ma quando lo sfondo è Roma si attaccano proprio tutti al cazzo.

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