giovedì 8 giugno 2017

M & H e la pausa pranzo.



Ci sono messaggi, chiamiamoli strani, o forse solo pieni di piccole felicitá in ogni singolo giorno.
Anche in quello che ti fa schifo da appena apri gli occhi.
Anche in quello che non é il primo, ma uno di una serie di giorni di cui sopra.
Tutto sta in un solo piccolo sforzo, tenere gli occhi aperti, e farci caso.


La lezione della giornata arriva dalla sedia accanto.
Cioé la sedia che sta esattamente alla destra di chi scrive in questo momento.
É la sedia di una persona che chiameremo M.
Davanti alla sedia di M, al lato opposto della medesima scrivania, siede H.
M e H non sono dello stesso sesso.
M e H hanno qualche (ma non tantissimi) anni di differenza.
M e H sono giovani.
M é piú piccola, H esce sentimentalmente da una cosa niente male in quanto a peso. 
Piú semplicemente una convivenza.
M e H hanno un segreto, piccolo e dolcissimo.
M e H credono di avere un segreto, perché alla fine chi sta vicino a loro, ha giá capito tutto.
M e H sono tenerissimi nel sentirsi bravissimi a nascondere il loro tenero segreto.
Questo rende M e H tanto ingenui quanto degni della piú amorevole invidia.

M e H nsi rivolgono poco la parola, ma basta poco per capire che si scrivono tra di loro, quasi ininterrottamente nella finestra della chat.
M e H hanno studiato in modo approfondito un piano, valido tutti i giorni: quando si fa ora di pranzo prima si alza M, inventando ogni giorno una scusa diversa, poco dopo si alza H e dice che va a mangiare qualcosa anche lui.
A volte il piano fallisce per qualcuno che si auto invita con uno dei due.
A volte il piano lo mandano a quel paese loro due alzandosi insieme e andando via senza dire una parola.
Quando M e H tornano da quello che possiamo definire pranzo, sono sempre vaporosi, M ha le gote rosse, H qualche volta i capelli spettinati.
Quando tornano da quello che chiamano pranzo M e H sorridono sempre.
É meraviglioso vedere come tentino, entrambi, di soffocare quel sorriso davanti a tutti gli altri che gli stanno intorno.
Celando la passione, racchiudendo quel segreto tutto loro, solo loro.
Niente é piú avvolgente nello stare in silenzio per capire, con discrezione, quanto tempo passano ridendo uno delle cose dell´altra, scoppiando nel silenzio, lasciando tutti sorpresi, curiosi, incapaci di comprendere davvero la vera natura che giace e cresce dentro quello spruzzo irrefrenabile di vita.
Poi, quando finisce l´orario di lavoro, la recita sembra non servire quasi piú.
Infatti M e H se ne fregano e vanno via quasi sempre insieme.

M e H fuggono, ogni volta. 
Pare che H abiti proprio vicino alla sede di lavoro.
L´ora di pranzo é diventata una vacanza, una piccola luna di miele.
Un mondo ovattato e nascosto da occhi indiscreti.
Loro si lasciano il mondo alle spalle e, per il tempo che segue, niente e nessuno esiste piú davvero.
Quando tornano, portano con loro, quasi sempre, qualcosa di intatto da mangiare.
Indizi maliziosi, prove schiaccianti di estrema felicitá.
Mangiano in silenzio mentre riprendono la vita abbandonata un´ora prima.
Affamati e golosi di cibo e di se stessi.

Fuggire da tutti.
Fuggire a pranzo.
Volare via tra le nuvole bianche che si creano intorno ad un materasso.
Raggiungere quelle nuvole con il languore e scendere sulla terra piú affamato che mai, ma con lo stomaco pieno di qualcosa che non sazia, davvero davvero, mai anche se riempie come niente sulla terra, come niente nella vita di una persona.


Quindi trovarsi ad una sedia da tutto questo. Come essere ad agosto in spiaggia, vedere il sole e sentirlo scaldare; pensare a quanto possa fare caldo lí dentro se la pelle, cosí lontana dal centro di quel fuoco, si brucia tanto.

Quindi pensare a come aprire gli occhi possa fare bene, come questo sole, che a volte accusiamo di essere pallido, in effetti si manifesti comunque.
Peró tra occhio e memoria c´é un patto tacito e chiaro: se lui vede, l´altra incamera.
Questo funziona da sempre.
Solo che il gioco dopo la prima occhiata di vita funziona anche al contrario, non solo ad immaganizzare ma a ricordare, a risvegliare quello che c´era. 
Qualcosa di tantissimo bello.
Qualcosa di tantissimo brutto.

Un bel respiro, M e H sono appena tornati dal pranzo.
Ovviamente, stanno per iniziare a mangiare.



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