martedì 23 maggio 2017

NON LO SO (che è allo stesso tempo il titolo perfetto per il post, ma che in realtà voleva dire che non sapevo come intitolarlo).



Esiste una frase molto positiva che allo stesso momento somiglia tanto ad una minaccia.

"Fai attenzione a quello che desideri perchè potrebbe accadere".

Analisi della frasi.
Tutto quello che un essere umano è portato ha chiedere o desiderare potrebbe essere figlio di una una non necessità, a volte di un capriccio, qualche volta di una malsana incapacità di saper calcolare per davvero le proprie priorità.
Come un bambino che ha un parco macchine di plastica in cameretta ma a Babbo Natale chiede il modellino di una Ferrari. Ovviamente non ha, il bambino, ancora sviluppato il concetto di collezionismo. Siamo quindi davanti ad un desiderio puro, o cieco, o del tutto immaturo.

Ecco, la metafora calza perfettamente quando la richiesta, imbustata e spedita da qualche pate con la forza della mente, del cuore, della pancia, o con un gufo di Harry Potter, viene fatta da un bambino in pubertà, possiamo accettarla anche nella fase adolescenziale, tardo adolescenziale, difficilmente nella maturità o piena maturità dell'individuo.

Probabilmente esiste una specie di risposta a questa totale incapacità di saper capire davvero di cosa ogni persona ha bisogno, o almeno, di cosa ognuno di noi possa aver bisogno; la risposta è il piano generale delle cose.

I nostri occhi e le nostre membra, per forza di cose, sono incollate a questa realtà.
La viviamo, ne siamo circondati, ci siamo dentro fino ai piedi.
Viviamo di sensazioni, peggio, di emozioni, che in parte guidano i nostri pensieri e le nostre considerazioni su tutte le cose che ci accadono. Sono la lente con la quale leggiamo quello che ci succede, sono tutto ciò che ci permette di accumulare il ricordo di una cosa, e con tali memorie riusciamo a tirare le somme di quello che ci è piaciuto, o meno, di quello ce piace, o meno, di quello che ci potrebbe piacere, o meno.

Il punto chiave però sta nel fatto che non potremmo mai e poi mai avere un quadro generale.
Il quadro generale nessuno riesce davvero a capirlo, è impossibile anche solo da immaginare.
Troppi incroci, incontri, coordinate, troppi dati da catturare, analizzare, troppe notizie da incasellare.
La previsione stessa, che tentiamo con tutte le nostre forze di ottenere basandoci su alcuni dati accumulati non è minimamente possibile, per noi, per tutti noi.

Ecco che solo una cosa è in grado di sapere quello di cui veramente abbiamo bisogno, la vita stessa.
Basta pensare a quando una persona si sforza tremendamente per fare una cosa, anche lasciando passare anni, credendo che prima o poi riuscirà a raggiungere quello scopo, invece non succede.
Questo non tanto perchè quella persona non meriti tale encomio, non perchè sia, diciamo, sfortunata, ma semplicemente perchè, quella persona, non sa che ciò che sta chiedendo insistentemente, non è la cosa giusta per lui. Almeno nel momento in cui la chiede.

Possiamo immaginare cosa può farci bene, ma non lo sapremo mai davvero fino al momento in cui quella cosa non capita.
A volte, come conferma della regola della superiorità del "destino" certe cose la vita le fa accadere anche quando non sarebbe il momento, anticipandole, posticipandole, o semplicemente facendole accadere quando qualcuno le chiede.
I risultati? Per la maggior parte negativi.

Forse prima di chiedere qualcosa bisognerebbe riflettere su una cosa importante, ovvero cercare di capire se siamo pronti veramente per ricevere quello che chiediamo.
Se siamo capaci di sostenere la leggerezza o il peso di ciò che stiamo insistentemente aspettando.

Certo, èe vero che nessuno nasce pronto, nessuno nasce imparato.
Nessuno nasce papà o mamma, e il bello sta proprio nel diventarlo, esplorando noi stessi come se fossimo atterrati su un pianeta tutto nuovo.
Scoprendosi, o meglio, riscoprendosi.
Forse un modo per prepararsi a quello che forse arriverà è proprio chiedersi se si è in grado, avendo quindi quasi paura di ricevere quello che vorremmo, entrare fino in fondo ai nostri desideri, metterci nelle scarpe del nostro futuro e vedere quanto saremmo in grado di resistere in piedi in quella realtà, quando sappiamo camminare, quanto correre, se servisse.

I desideri, a volte, sono sempre molto grandi e forse a pensarci bene spaventano così tanto, quando ti ci metti dentro che ti viene da dire che magari, in fondo in fondo, stai bene come stai, dando un senso a quella parola comunemente brutta quale "accontentarsi", così maltrattata a volte, eppure coinquilina della tranquillità.

Però, se decidiamo di non spaventarci e continuare a sognare, a chiedere qualcosa in più al destino, allora il solo ragionamento corretto da fare non è tanto se domandare o meno, ma cosa chiedere una volta per tutti, per non avere più bisogno di fare altre domande con la testa rivolta chissà dove.

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