mercoledì 12 aprile 2017

Wonderwall




Parlare di quello che segue tocca il cuore come parlare della squadra che da sempre hai amato.
Queste due teste di cazzo geniali di Manchester hanno, senza alcun dubbio, segnato le orecchie e di conseguenza l´esistenza tardo adolescenziale di chi scrivi e di milioni di persone in tutto il mondo.
Guardare il film prodotto da entrambi i fratelli (per il quale si saranno ovviamente pestati a sangue nella scelta di una scena o di un´altra) non solo ravviva il senso del sogno in ognuno di noi, quel germe di speranza che abbiamo di conseguire un traguardo e di arrivare (per fortuna o per giustizia) anche piú in alto; ma piu di ogni altra cosa, questo documentario misto film scava nella profonditá dei ricordi, cosí come la musica che hai amato fa sempre.

La cosa davvero positiva é che la storia del film non vende loro due come persone buone, anzi, li fa sembrare solo due sciagurati, due morti di fame, ignoranti come nulla al mondo, che fanno di una chitarra lo sfogo naturale del loro disordine mentale.
Dio ne mandi di gente che dal disordine genera questo tipo di effetto.

Rivedere la loro storia allarga il punto di vista su un milione di cose, la prima, senza dubbio, é legata al fatto che come tu li ascoltavi per conto tuo dentro casa, dall´altra parte del mondo c´era un giapponese che faceva la stessa cosa e che, se per magia, avessi incontrato quel giapponese a metá strada mentre aspettavi la metro sulla banchina, avreste avuto qualcosa in comune, le parole e gli accordi di qualcuno che con voi due, direttamente, non aveva nulla davvero a che fare.

Il secondo punto é che probabilmente, cosí come dicono proprio loro alla fine del film, gli Oasis sono probabilmente l´ultima vera band della storia della musica.
Non perché siano i migliori o cagate del genere, quanto perché (sempre per come dicono loro) la loro nascita, e la loro crescita é figlia di un tempo diverso, quel tempo in cui non esistevano social, niente X Factor o programmi atti a lanciare in modo commerciale i gruppi; prima dovevano affittare una macchina con 25 Sterline, farsi un viaggione con un pieno, salire sul palco per beccare 4 applausi (forse) dormire sulla stessa auto e poi tornare in tempo per non pagare la penale.

Il mondo in cui chi scrive si vanta di essere nato, e del quale sente una forte malinconia.
Ovviamente intendendo la semplicitá di quel mondo.

Si parlava di loro due come: ho preso i biglietti sperando che cantino.
Si parlava di loro come: poverini da piccoli il padre li picchiava.
Si parlava di loro come: non sono una band che fa canzoni della madonna, li segui perché sono mezzi scemi.
Si parlava di loro come: quelli fanno finta di essere cosí e poi fanno i milioni.

Onestamente chi (scusate lo slang) c´é rimasto sotto con gli Oasis, se ne é sempre fregato dei perché li si ascoltava, visto che in fondo, finito il cd non facevi altro che spingere "play again" fin quando non ti veniva il sangue dal naso.

E cosí, come tutti i drogati malinconici, é inevitabile, di tanto in tanto, non cedere alla tentazione e ricascarci, per ore, giorni e settimane, e fingere di tornare indietro e vederli insieme, sti stronzi, non tanto perché gli vuoi bene, non perché in fondo ti mancano, ma perché come un tossico di emozioni hai bisogno di quel brivido che loro, e soltanto loro, vaffanculo, ti sapevano dare.

Liam che invece di cantare gracchiava, manco fosse un rospo.
Liam, il solo cantante che metteva la schiena storta, sotto il microfono, con la testa schiacciata incassata nel collo, che camminava ciondolando, e usava quel tamburello maledetto.
Parliamone, il tamburello é sempre stato sfigatissimo prima di finire nelle sue mani.
Ho visto gente ammazzarsi per quel tamburello lanciato ai concerti.
Noel, il fratello buono e silenzioso.
Noel che porta a casa la pagnotta e canta tutto il resto della scaletta quando Liam, poco cordialmente, si toglieva dai coglioni, per ragioni senza senso.
Liam, e la sua chitarra acustica. Con quelle dita, le corde della chitarra ti cingevano stritolando lo stomaco fino a spremere ogni possibile goccia di emozione. Da dentro, come quando spremi un limone, te le cacciava fuori tutte, le lacrime.
Noel che ancora oggi continua a cantare, come solista, ed é un cazzo di fenomeno.
Noel che ancora oggi continua a cantare come solita, e ti fa sentire settanta volte di piú la loro mancanza.

Dai, onesto, non capiterá mai, ma pensaci, se ti capitasse, di trovarti in aeroporto, andando da qualche parte e lo trovi lí, Noel, o Liam, (separatamente) e riesci in qualche modo (Liam lo immagino piú scorbutico, ma pazienza) ad avvicinarti.
Oltre a dirgli: porca troia grazie!
Che non glielo dici: Ma non tornate davvero insieme? Eddai, perfavore!


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