domenica 14 febbraio 2016

Paura.







Signori, signore, celebriamo oggi il giorno della paura.
Senza ritegno e senza pietà.
L'amore non è altro che Paura.
Quella che blocca, che cambia, che sfascia tutto.

Niente di meno, niente di più.

Una paura impossibile da spiegare.
Rara.
Bella.
Non c'è paragone con niente altro.
Il corpo semplicemente cede.
Su tutta la linea.
Fischiano le orecchie.
Il vuoto, solo il vuoto.
Tutto ciò che può essere soggettivo, si moltiplica.
Si duplica.
Tu, da solo, non esisti più.
Solo lo specchio non se ne accorge.
Ma sostanzialmente ti prende per il culo.
Tiene a preservare quella falsa immagine mentale che hai di te.
Ti lascia una finta consapevolezza.
Che sei ancora in salvo.
E non è così.
No! Manco per niente.

Una paura impossibile da evitare.
Perché è lì che sta la gioia.
Il miele per le api.
Ti rincoglionisce in qualche secondo.
il resto della storia, forse, sono cocci che raccoglierai se sei sfortunato.
Altrimenti
non c'è esistenza che ricorderai altrove in un mondo 
in cui
non vorresti altro che rincontrare
chi
ti ha fatto conoscere quella Paura.
Quella lì.

Dall' io, al super io, al noi.
Così doveva scrivere Freud.
Per crescere non bisogna uccidere il padre.
Scopare la madre.
bisogna trovarsi davanti a questa Paura.
E
vaffanculo
abbracciarla in pieno.

Spingere spingere e provare a resistere anche quando ci si rende conto che è 
più il rischio
che la gloria.

Chi non risica
non rosica
(vaffanculo).

Non c'è progetto.
Non c'è più un sogno.
Non si dorme.
Non si mangia.
Non si crea.
Se non passa dalle meningi tue a quelle di chi sta accanto a te.

Una linea invisibile
due pensieri
invischiati 
in qualcosa di molto losco
una vita insieme.

Due cuori
appagati
solo se 
ne daranno alla luce
un terzo.

Ed è Paura e basta.
Paura che sia tutto finto.
Un'illusione.
La tensione nel briciolo di lucidità
in cui
realizzi
che non sei più niente 
senza.

Il panico assoluto
se capisci che ti sei spinto quel passo di troppo.
E tornare indietro significherebbe 
rinascere
Ma non siamo capaci.
Nessuno è nato da solo su questa terra.
Noi si impara.

Se mi uccidi
io
come faccio?
E' stato qualcuno a spingermi fino qui.
Una bella spinta.
un pianto.
Non voglio tornare a quel pianto.
Mai più.
E siamo alla Paura.
Ancora.
Dalla Paura alla cura.
Sufficiente, necessaria, degna.

Il mondo, 
oggi, 
si divide in 
coraggiosi e fifoni.

Tu, che davanti al film della tua vita
guarderai con orgoglio te stesso
oggi
godi
voltati alla tua destra, stamattina, o domani
vicino al tuo cuscino
c'è il premio
che ti sei guadagnato.
Ti prego
abbine cura
per te
e per tutti noi, 
o meglio
per gli altri.
I fifoni.

Voi, recitate insieme una preghiera 
per chiedere scusa con quanto c'è nel petto.
Ciò che di noi ci rende puri

La sua vendetta sta in quello che chiamate destino.
Bambino dispettoso?
Ma quando mai.

Quindi, ad alta voce:
Scusa cuore mio.
Per ogni volta che ti ho deluso
Per tutte le volte che non cambierò
per tutte le volte che non alzerò le braccia sulla giostra quando inizia la discesa.
Per tutte le volte che chiudo gli occhi
e copro gli occhi con le mani.
Per quando non ti ascolto.
Anche quando fai un casino assoluto e tremendo.
Quando confondo la tua voce con quella di tuo cugino, chiamato bene.
Prometto di imparare, tardi o presto.
Ma prometto

Ora cospargetevi la testa di cioccolatini e fiori.
E andate a morire ammazzati.

Anche voi che non credete a questo giorno.
Siete aridi.

A tutti gli altri
che dire, 
oggi, litigate
una cosa sciocca e risolvibile
con il solo scopo di fare l'amore.
Finirete a mangiare cioccolatini a letto
sotto le lenzuola.

Che vuoi di più da una domenica?

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