lunedì 15 febbraio 2016

Chiove.




Si può chidere che piova.
Che piova forte.
Una pioggia battente.
Che scandisca il tempo, che detti un ritmo.
Chiaro solo a pochi.

Una pioggia grossa
che quando cada faccia tremare la terra
proprio vicino a dove stai tu.
Che ti faccia sentire che lo chiamata io.
Sta pioggia.

Che caschi dritta
spiovente
o tagliente
che mi venga un accidente
se queste gocce non ti dicono più niente.
Di più o di meno.

Che cada per lavare
sciacquare
o semplicemente per lenire
cicatrici
ferite
e che mi faccia venire una mega laringite
se queste mani sulla mia bocca non restano cucite.

Che scenda per schiarire
le lenti degli occhiali
per pulire
le mani stanche
o i desideri da smaltire
che senza pietà 
hanno saziato
graziato
e rincoglionito.

Che scenda con un canto
una poesia
una rima baciata
o quando il muro piatto
incontro
con una gran bella facciata

Gocce come perle
sogni come sberle
La mano schietta
gioca e
con il pollice 
e l' indice
fa la elle
che se mossa dal polso
ruotando
in senso orario e il suo contrario
non c'è niente di bello
da segnare sul cifrario.

Quindi piovi.
Forte.
E che sia gloria
o dolori
non importa 
purché sulla mia faccia 
forte
la lezione me la suoni.


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