giovedì 21 gennaio 2016

Legno verde.



Questa é la storia di un bambino con la testa particolarmente dura e con poca memoria.
La storia dura poco poco.

In una bellissima giornata di sole, lui, insieme ai suoi amichetti di campagna sta facendo un giro in bicicletta.
I suoi amici ad un certo punto mollano le biciclette e si mettono a camminare su un muretto alto circa due metri.
Il bambino, per non essere da meno, sale piano piano su questo muretto.
La differenza tra lui e gli amichetti é che loro hanno piú esperienza in termini di muretti.
Loro sono campagnoli, (non vuol dire scimmie) loro hanno piú muretti con cui giocare.
Insomma, sale su questo muretto.
Un piede davanti l´altro, come su una trave.
Niente da fare.
Cade.
Poggia il braccio nel modo sbagliato.
"Legno verde" dice il medico all´ospedale.
Vuol dire una frattura leggera.
Risultato: gesso.


Qualche anno dopo, a scuola, lo stesso bambino gioca con i suoi amici nel cortile.
Un meraviglioso campo da calcetto.
Lui, nemmeno a dirlo, finisce in porta.
Uno dei ragazzi piú grandi tira.
Forte.
Lui non toglie la mano, anzi, para prendendo la palla con il palmo pieno.
"Legno verde" dice il medico dell´spedale.
Risultato: gesso.

Anni dopo, quando non é piú esattamente un bambino, sta giocando il sabato.
Partita di campionato.
Per qualche assurdo motivo, lui, é in palla.
La partita é anche importante.
Stranamente non sente la solita tensione.
Quindi gioca.
Gioca bene.
E si diverte.
Contropiede, lancio lungo su di lui.
Prende la palla e sta andando dritto a canestro.
Un ragazzo da dietro lo spinge.
Il bambino (ora adolescente) finisce a terra.
"Dobbiamo operare, é una frattura scomposta vicino alla cartilagine di accrescimento" dice il medico prima di portarlo in sala operatoria.
Risultato: gesso, cinque settimane.

Il fatto é che le ossa si aggiustano, con pazienza.
Il braccio torna sempre a muoversi. Prima o poi.
Ma i segni, piccoli o grandi, restano comunque, a volte il senso di imbarazzo, la sensazione di essere inadatti, impreparati, forse troppo piccoli, altre volte la rabbia e il senso di ingiustizia.
Quindi alla fine quando ci si fa male non si guarisce mai davvero, in fondo in fondo.
 

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