martedì 12 gennaio 2016

Anelli stronzi.



Ilarità, proviamoci almeno stasera.
Diamo una sferzata devastante a questo piccolo blog tanto italiano e (da poco) un pochetto tetesko.

Eddai, forza, argomento: la catena della sfiga di Sant'Antonio.

Non facciamo finta di niente.
Una volta nella vita, o forse sempre, siamo stati parte di una catena di sfiga con delle persone che nemmeno conosciamo.
Ok, lo sappiamo, non dobbiamo essere precipitosi nel giudicare quando una situazione sia sfigata oppure no.
Non è questione di gatti neri.
E' questione della più banale della situazione sentimentale.
(Il blog cambia modo di scrivere ma l'argomento, niente, non c'è verso).
(Oh, signori, c'è grossa crisi)
(Comunque)

Ricominciamo che forse non si capiva.
Da sempre siamo stati uno degli anelli di questa catena, senza saperlo o sapendolo.

A te piace una persona. Giusto?
No! Meglio per te. Comunque fingi. Immagina. 
Ti fa bene.
Ti piace una persona.
Tu a questa persona no.
Ti pareva.
Perché a questa persona piace un'altro.
Ma lui a quella manco la vede perché sta tremendamente in fissa per un'altra persona, che
forse sta insieme ad una ma in realtà pensa al suo ex, che adesso però vive in un turbinio emotivo devastante, passando il tempo tra film di Muccino e giri in bicicletta. 
In realtà la odia la bicicletta ma ci va per accompagnare sta tipa, della quale pensa di essere tremendamente cotto.
Secondo voi, sta tipa, invece a chi pensa? A lui?
Sì ciao; lei va in bici con lui nella speranza che gli presenti l'amico che ha conosciuto ad una festa quando si sono incontrati.
Solo che l'amico è, sessualmente, indeciso. 
Ha una tresca con una, ma guarda in continuazione su what's up per capire se il suo “migliore amico“ Claudio è connesso oppure no.
Solo che Claudio è di gusti, diciamo classici, e sta su what's up con Letizia.
Lei (oltre ad avere un nome del cacchio) forse ci esce con Claudio, ma le sue amiche lo sanno che è l'ennesimo ripiego, perché lei, in fondo in fondo, la storia con Luca, non l'ha mai superata. 
E' per questo che ascolta dalla mattina alla sera “Amici mai“ di Venditti.
Solo che Luca, la storia, l'ha bella che superata grazie e “fragola“, una tipa che ha incontrato Fregene (tipo al Kiosco). La chiama così per via del sapore del lucida labbra. Poverino.
Lei faceva kite surf aspettando che la vela si gonfiasse, ma la ventata l'ha presa dopo, per il maestro. Sposato, ma democratico.
Che quindi di tanto in tanto, si concede una lezione più lunga del solito.
Lui, probabilmente, non lo sa.
Ma è il primo anello della catena.
Lui avrebbe un maledetto potere nelle mani, che se ne fosse conscio, se la farebbe sotto.
Basterebbe un gesto minimo, una maledetta presa di posizione nella sua vita e renderebbe tutti felici.
Ma felici davvero.
Allora questo blog chiede al maestro di Kite surf di Fregene, al Kiosco: tu, brutto stronzo abbronzato e fascinoso con i muscoli tirati e la pelle bruciata dal sole e dalla salsedine, ok, incorpori il sogno di libertà e fancazzismo di tutti noi. Sei la lacrima che si condensa nei nostri occhi ogni lunedì mattina, quando andiamo a lavoro, pensando a te.
Sì, pensiamo tutti al tuo dire “io vivo così“, alla noia che possiamo essere per te, e ci starebbe anche bene. 
Ma adesso basta.
Adesso tu, sai che fai. Fatti da parte e segui il vento altrove, fai voltare dall'altra parte quella ragazza, falle capire che c'è qualcuno che sta lì per lei.
Se lui, come tutti auspichiamo, è sveglio, il resto saprà farlo, no?!
E così tutto si scioglie, si snoda.
A ritroso tutti si accorgeranno di chi sta lì per loro.
Per davvero.


Invece, manco per niente.

Quindi riepilogando, nessuno quaglia, Muccino riempie le sale e Venditti vende i dischi.
Grazie a Dio qualcuno ci guadagna.

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