martedì 15 dicembre 2015

Martedì.



Vivere di novità è un casino tremendo.
L'inquietudine è l'effetto peggiore alla lunga, perché se non succede niente si ha la sensazione di non avere la terra sotto i piedi.
L'odio per la routine, dalla quale sfuggi come dal morso di un cane rabbioso, aumenta sempre di più.
Scappare alla fine non è mai la soluzione giusta.
Bisogna farci pace.
Entrarci dentro e viverci come se fosse un parco giochi.
E in effetti può diventarlo davvero.
Basta essere attenti e cercare con la stessa intensità le perle che ci sono in ogni suo minuscolissimo secondo. Così come sono super giganti e visibili nei cambiamenti, così ci sono anche quando le cose si assestano.
Piccole abitudini crescono, si mischiano con i nostri occhi.
La conoscenza diventa salvezza.
Aspettarsi una cosa piuttosto che un'altra mette pace.
E vivere di questo non è male manco per niente.
Anzi.
Un bambino nel passeggino.
La mamma a braccia aperte appena usciti dall'asilo.
Sì, dai, anche meno però.

E' divertente il modo sempre meno tirato con il quale affrontiamo il lunedì poi il martedì.
Dal tenere sempre gli occhi aperti a girare con le cuffiette nelle orecchie, perché tanto ora lo sai.
E sei sicuro, e ti guardi di più intorno.
Modalità spugnetta accesa.
Finalmente.
E ti accorgi di tutto, o almeno ci provi.
Che poi alla fine il tutto è sempre uguale a quello che c'era prima.
Quello di vent'anni con il cappello storto che non si alza neanche quando il signore anziano rantola, uno dorme con la faccia sul vetro, un'altra si perde nel telefono continuando la conversazione della sera prima e buca la fermata; un pochetto ridi e alla fine se non ti svegli anche tu finisci per fare la stessa fine.
Rifiatare piano piano.
Diventando malinconia, immensa attenzione al vivere quotidiano.
Prima che diventi noia, ancora una volta.
Però il compito del pesciolino cresciuto nell'oceano è prepararsi ad accettare la routine come una tranquilla passeggiata nella serenità, aperti a lasciarsi sorprendere.
E comodamente lasciare che la pinnetta, per un pochino, si muova per inerzia.
Senza spingere.
E godere di quello che c'è.
Ricordando tutto ciò che ci ha portato fino a quel lato dell'oceano.
Senza mai perdere il mordente.
Ma capaci di apprezza anche lei, la maledetta bellissima normalità.

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