giovedì 29 maggio 2014

Conversazioni improbabili tra me e Tiziano Ferro.



Non so come, non so perchè.
Mi avvicino alla fermata dell'autobus.
E non ci credo.
Strizzo gli occhi.
Non ci credo per la seconda volta.
Guardo da un'altra parte, poi focalizzo meglio.
Niente da fare.
E' lui.
Cellulare in mano.
Sguardo strano, pensieroso, fissa il telefono.
Non mi ricapiterà mai più.
Io, mi avvicino.
A Tiziano Ferro.

Timido:
Ciao, piacere.

Lui (risponde cantando)
Ciaaaao.

Io:
Oddio (penso).
Ehmm niente volevo farti i complimenti.
Poi ecco, serve aiuto? Hai una faccia strana. Successo qualcosa?

Lui (cantando)
Ho un segreto.
Ognuno ne ha sempre uno dentro.
Ognuno lo ha scelto o l'ha spento.

Io (rosso in viso):
Eh...Lo so..
Sai mi piacerebbe dirti un sacco di cose.
Il fatto è che non volendo sei una specie di presenza nella mia vita.
Sembra che uno si debba grattare i coglioni, ma tutte le volte che non dovrei pensare a qualcosa di preciso, esce fuori una canzone tua da qualche parte.
Quindi alla fine ti ho preso in simpatia. Per non doverti uccidere.
Che poi io ecco ogni tanto mi butto giù...

Lui (m'interrompe cantando, niente, ormai comunica solo così):
Ricorda, sei meglio di ogni giorno triste,
dell'amarezza, di ogni lacrima, della guerra con la tristezza.

Io (stupito):
Eh grazie ma tu la fai facile zio..

Lui (perentorio)
L'amore è una cosa semplice.

Io: 
Eccolo un altro...

Lui: 
..E guarda con orgoglio chi sostiene 
anche le guerre che non può...

Io: 
Va bè, che ne so, tiriamoci sotto l'autobus no?

Lui: 
Sì, però all'inferno ci vai tu.

Io:
Certo mo' te lo dico io n'do vado.
Sai quante volte mi ci ha mandato.
Sempre la stessa storia: chiamo non chiamo, dico non dico, faccio non faccio, vivo non vivo muoio non muoio.
Poi chiamo e che dico? Sempre la stessa fottuta cosa...

Lui(alza le braccia al cielo facendo l'arco):
Tu come stai? Bene. Io come sto? Boh.

Io (indispettito):
Oh ma che ne sai te?!
Che poi uno nella vita mica deve avere l'elicottero no?

Lui:
Io ho due certezze, una pinta e qualche amico.

Io:
Infatti cazzo.
Io prendo e me ne vado.

Lui:
Il bisogno di un viaggio
è paura e coraggio.

Io (occhi al cielo)
Lui: ( se ne accorge):
Ma dillo adesso cosa pensi.

Io: cheppalle fa tutto cacare!
Lui (saggio, sempre cantando):
Se non uccide, fortifica.

Io:
Che poi cazzo non ne parlo con nessuno, tanto nessuno capisce!
Lui:
E mai nessuno capirà.

Io (irritato):
Oh eddai no!!
Che poi il mio maledetto problema è che tutto il giorno e tutta la notte

Lui (allunga una mano e la mette sul mio petto):
Il tuo pensiero e qua mi fotte...

Io: 
Ecco...(sbuffo).
Comunque dai...Alla fine mi stai pure simpatico...
Oh ecco il tuo autobus!
Salgo con te!

Lui (triste in volto, scuotendo la testa):
Non c'è spazio...

Io:
Va bè. Bella.

Lui:
Ciaaaaaaao.


E' andata così.
Proprio così.

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