martedì 4 marzo 2014

Rosso.



Giocaci se vuoi.
Guardalo se puoi, senza ragione, tutto il giorno.
Ne sarà felice.

Lo farai vedere alla zia, alla nonna? Non lo so, al salumiere.
Al tizio del bancone del bar.
Peggio. 
Lo riciclerai.
Lo osserverai battere, così, per vedere se tiene il ritmo del tuo orologio a pendolo, o se, magari
segue il tuo, di tanto in tanto.

Ci scherzerai?
Ci parlerai. Perchè no?. Prova.

Lo spremerai, più di quello che hai fatto fino a ieri.
Lo svuoterai della sua essenza. 
Ci vorrà del tempo, perchè ce n'era, ce n'è, ahimè ce ne sarà.

Lo terrai sul comodino.
Che ti svegli nella notte se è così.

Lo lancerai contro un muro.
Per farti del bene, per farmi del male.

lo bagnerai.
Lo accarezzerai? Me lo auguro.
Lui tiene a te.

Ci dormirai.
Lo appenderai? Il tuo ennesimo trofeo.

Lo osserverai, in silenzio, aspetterai che sussurri, che si fermi.

Lo metterai in un cassetto.
In un baule.
Nel cappello vecchio.
In lavatrice. Una bella centrifuga. Finirà per girargli la testa.

Lo porterai ogni tanto con te?
Nello zaino.
Nella sella del motorino.
In tasca.

Lo scalcerai.
Lo userai come anti stress.
Lo stritolerai.
Lo maledirai.
Lo insulterai.
Forse, te ne pentirai.
Gli chiederai scusa.

Ci piangerai contro.

Gli chiederai quello che vuoi, quello che puoi.

Ci vedrai me, te, o tutti e due.

A te l'ho lasciato. 
Nel palmo delle tue mani.
Perchè era il posto più bello in cui tenerlo.
Una volta tolto dal mio petto.
Senza dolore.
Senza sacrificio.

Un sorriso sul viso, pulsante volevo fosse parte di te.
Che ti aiutasse.
Che ti spingesse.
Che ti stringesse sempre a me.
Sempre per sempre.

Ora è ancora lì.
Puoi farci tutto quello che vuoi.
Anche fingere di non vederlo.
Di non saperlo.

Chiederlo indietro?
Sarà lui a tornare da me.
Quando vorrà.

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