martedì 19 febbraio 2013
"Scusi, se ci ripenso, posso cancellare?"
Questa volta è importante.
Provi a pensare che niente cambierà, in parte ci credi, in parte pensi che questa volta potrebbe essere diverso.
Addirittura, cerchi notizie, leggi, vuoi capire.
L'ideologia, questa volta, sembra valere fino ad un certo punto.
Pensi che anche quella ormai è andata a farsi fottere.
Hai una sensazione strana, mai provata per questo argomento, perchè prima eri stato sempre sicuro.
La sensazione ti porta a qualcosa di inaspettato: il confronto.
Arrivi a chiedere agli altri, cercando un motivo, un punto di vista utile, qualcosa a cui sia possibile appigliarsi per essere più sicuri di fare o non fare la cosa giusta.
Forse questa volta ci tieni davvero.
Ti accorgi che tanti stanno messi come te.
Ti accorgi che la gente lo dice apertamente, peggio, lo chiede.
Mai prima d'ora nessuno, neanche tra amici intimi aveva affrontato così apertamente questo discorso.
Era segreto, come la busta paga, come il conto in banca.
Certo, parlando del più e del meno ti allargavi, esprimevi la tua opinione generale "dico ma non dico", ma mai così chiaramente o esplicitamente come ora.
Leggi, guardi tutto, eviti quello che sicuramente non sceglierai, fai una lista ridotta, poi t'informi e le cose ricominciano da capo a dodici.
Ti dici "sono tanti ma tutti uguali", ti chiedi "adesso che faccio?".
Si ha la sensazione che stavolta tutto possa cambiare.
Alcuni dicono già quello che sarà, lo danno per scontato.
Numeri, statistiche, poche idee e tanti sondaggi.
Ci capisci niente? No, perchè poi senti dire che certe cifre se le inventano per dirottare le scelte. Alcuni credono nell'effetto alone: se sai che tutti vanno da una parte, difficilmente sceglierai (se indeciso) di prenderne una tutta tua.
Provi un senso di frustrazione, perchè in fondo guardando al panorama l'unica parola che ti esce con più frequenza è: esclusione, o meglio ti viene una frase "vado per esclusione" e capisci che quindi non sarai felice, ma che ti stai accontentando.
Quindi ancora peggio, perchè nessuno in un negozio compra scarpe che non vuole perché in vetrina ci sono solo quelle.
In questo caso il negozio non lo puoi cambiare.
Sospiri. Il tempo passa, meglio, è volato, e il fine settimana eccolo.
Quel fine settimana.
Ti metti alle corde e ti immagini lì.
Tu, una matita e una x da scrivere.
Quindi ti dici:
Il pappone
L'economo rispettato
Il morto di sonno
Il comico
Poi ti fai due conti e dici: nessuno avrà mai sta cazzo di maggioranza, quindi si mettono insieme e la mia crocetta, nata per qualcosa, finisce per diventare utile ad altro. Allora t'incazzi.
Si dice che un voto politico sia l'espressione filosofica, che si concretizza in azione e comportamento, di come secondo noi dovrebbero andare le cose:
Il pappone: tagliamo tutto e tappiamoci il naso.
L'economo rispettato: restiamo nei bordi e tutti ci rispetteranno.
Il morto di sonno: sudare per ripartire.
Il comico: mandiamoli tutti a casa.
E scegliere non è mai stato tanto difficile.
Sperare di cadere in letargo, stavolta non serve a nessuno.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento