mercoledì 8 agosto 2012

Orologio e cervello perfavore. Grazie.



Esiste un villaggio chiamato estate.
Ti accorgi che sei lì quando cominci a respirare, e senti che lo stai facendo davvero. Non è quel movimento automatico, dettato, o peggio involontario, respirare diventa volontà, e il più delle volte, si cerca di farlo una volta di più di quello che si dovrebbe.
Possiamo dire che non è un posto dove si respira, ma dove si cattura, aria come ricordi, ossigeno come emozioni; estate è il luogo in cui non si vive di altro. 
Niente soldi, niente sorrisi finti, niente attese, si arriva e si prende. 
Tutto e subito. 
Splash, sei dentro. 
Niente scotta come la pelle, e ti accorgi che non è il sole che batte, ma sei tu che diventi incredibilmente recepivo.
Tutto quello che c'è prima è solo una grande parentesi, o almeno sembra.
Estate è amnesia. 
Amnesia, a volte, è sorridere, a volte, una fuga, piccola o grande che sia.
Estate è buona fin quando non decidi di andar via, il più delle volte abbiamo un biglietto che dura un tot, ed è sempre troppo poco. 
Ma non sarebbe così bello starci se durasse quanto vorremmo.
Estate è il paese dei baci, delle cose che restano belle per forza, perché durano quel tot, e niente di più; estate si prende il meglio, ma riesce a darci il meglio, di ogni cosa.
Estate è il bianco della schiuma, dei denti di un sorriso che solo il nero pece della pelle sa mettere in risalto.
Estate è un bacio rubato, è "addio timidezza", è "oddio non l'avrei mai fatto", o peggio "ma l'ho fatto veramente?!"
Estate è quel posto in cui c'è sempre qualcuno che ti aspetta, qualcuno che ti accompagna alla stazione del treno e ti vede partire, anche piangendo, facendoti sentire qualcosa, qualcuno di importante. Appena il treno fa la prima curva la stazione sparisce, ma tu non te ne accorgi, quindi sorridi lo stesso, e i binari veri sono quelli dei tuoi sogni.
Estate è inizia qualcosa, finisce qualcosa.
Estate è quel posto dove ci saranno sempre i tuoi nonni che si dimenticano i nomi delle cose.
Estate è un orologio da taschino.
Estate è il parcheggio che trovi quando sei in ritardo, proprio sotto il punto d'incontro.
Estate è "vieni via con me".
Estate è il paese del coraggio, siamo tutti superman, campioni di bocce sulla sabbia, attori e commedianti; estate è quel posto in cui siamo tutti scrittori, solo perché abbiamo una storia nuova da raccontare, quando torniamo a casa.
Estate è celeste, chiaro, limpido.
Estate è l'orchestra di cicale, che dopo diventa il ticchettio dell'orologio, la sveglia, la riunione, la presentazione, la scadenza (ohmioDio).
Fortunatamente abbiamo tutti un biglietto per estate, che sia nella nostra stanza, nel cortile quando c'è l'eclissi.
Estate è sempre sì.
Estate è il sud America o il sud Italia.
Nel paese estate è pieno di nonni che hanno la cannottiera dentro i pantaloni e le ciabatte sopra i calzini.
Ovunque sia la tua estate farai tardi, solo perché lì le cose più belle succedono sempre dopo le due di notte, quando rinfresca e viene più voglia sentire la pelle che sapore ha.
Estate è piena di "muretti", è un posto fantastico.
Quando sei a estate il cervello non serve più, il più delle volte, quando arrivi alla frontiera di estate, il bambino di turno alla dogana te lo chiede e lo mette in un cassetto con il tuo nome; sorridendo ti ricorda di passarlo a riprendere. 
Quando torni lì non sai nemmeno se lo vuoi davvero indietro, ma finisci per prenderlo comunque, più che altro perché lo fanno gli altri e non perché lo vuoi davvero.
Estate è quel paese dove il vento trasporta musica, anche chi fa finta di non sentirla, finisce per muovere le gambe, e gli ingessati iniziano a muovere almeno il collo, a ritmo, cedendo.
Quando arrivi a estate ti tolgono tutti gli orologi, lo fanno di proposito, temono che tu possa guardarlo, e non devi scoprire che le lancette vanno veloci. 
Assai veloci. 
Finiresti per lamentarti con qualcuno. 
I padroni del paese estate non vogliono tutto questo, quindi oltre al cervello, scelgono di prendere anche quello.
Quando arrivi in estate, inizia a comportanti seguendo la tua pancia. 
In estate vince l'istinto sempre.
"La bacio?" "Sì".
"Glielo chiedo?" "Sì".
"Tutto il resto?" "Chissenefrega".

In estate dici sempre che ci vuoi tornare; una volta fuori da estate dici sempre che vuoi cercare le persone che ci hai incontrato, a volte sei davvero convinto che proprio lì hai trovato quella cosa che cercavi da tempo.
Invece no, perché nel paese di estate, tu non lo sai, ma sei in una grande bellissima bugia. 
Meravigliosa e accettata. 
Ti fai imbrogliare, e quando l'hai capito, nemmeno ti arrabbi, speri di cascarci ancora e ancora.

Quando vai via da estate c'è un momento triste, quando ti riconsegnano orologio e cervello; tempo e razionalità esistono di nuovo, e ti accorgi che quelle due cose che credevi ti servissero davvero, alla fine, se ci pensi, non ti servono davvero a niente.




















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