martedì 14 giugno 2011

Risvegli


Esistono quelli pieni di cose che già sai di dover fare, ma facciamo finta che, almeno in queste righe, non esistano proprio.
Parliamo e pansiamo di essere in quelli morbidi, il sabato mattina, esageriamo, giovedì di ferie, o finta malattia (dai, l'hai fatto anche tu una volta nella vita).
Immagina una giornata in cui il sole entra soffice dalla finestra, scivola morbido tra le fessure della persiana, e si addormenta sulle tue guance, educato, insonnolito, ti sussurra "hai tutto il tempo che vuoi".
Sei su un letto grande, con lenzuola bianche candide e cuscini nei quali la testa sprofonda, si perde, si nasconde, i pensieri ci sono spariti la sera prima, il cuore batte una volta ogni venti secondi e il respiro è leggero come quello di un bambino appena nato, fresco, pieno di vita.
Hai aperto un'occhio ma fingi di non averlo fatto, ti rigiri nelle pieghe delle lenzuola, dolci onde nelle quali immergersi, perdersi, lasciarsi tenere a galla, magari a stella.
Senti le guance calde, e l'alluce finisce furtivo fuori dalle lenzuola, galeotto, porta un brivido con se, fa il giro della tua pelle, piccoli brividi e tanta voglia di farlo tornare esattamente dov'era.
La sveglia non suonerà, sei tu. Almeno per questa mattina. Svegliarsi così.

Buongiorno a te.

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