mercoledì 5 maggio 2010

Parallelismi.

A questa immagine manca una seconda. Quella che avrebbe aiutato chi legge a capire questo strano e quanto inevitabilmente malato parallelismo mentale sia venuto a chi scrive, ormai raramente, su questo blog. Ma questo è un discorso diverso.
La scena che lo scatto fotografa è tratta dal film "Un'impresa da Dio", non un film pietra miliare del cinema, assolutamente, è semplicemente un rifacimento simpatico e moderno della storia dell'arca di Noe; nonostante questo, Morgan Freeman sarebbe un buon Dio, qualore fosse davvero umano, di colore, e davvero lassù. La parte che estrapoliamo da questo film non è quella fermata in questo scatto, ma quella in cui Morgan (alias Dio) parla con la lei di turno che ha, da poco, abbandonato Evan Baxter (Steve Carrell) da solo, a casa, durante la difficile costruzione dell'arca salva animali.
In questa sequenza "Dio" spiega quella che, secondo il regista, è la vera interpretazione della storia/parabola/non lo so dell'arca di Noe. Lui, Dio, spiega alla ragazza che quella è una storia di complicità, in quanto tutti gli animali salgono a coppie sulla barca, non da soli; non tanto, o solo, per potersi poi riprodurre una volta che le acque avessero fatto il loro compito, quanto perchè l'uno non avrebbe mai lasciato solo l'altra e viceversa. Semplicemente esiste una complicità di coppia che va oltre ogni sfida, ogni limite, si è una squadra, anche in amore. La complicità che il Dio del film racconta si palesa poi nello sguardo smarrito di lei che continua ad ascoltare quando lui spiega che "l'immenso signore" ha un modo tutto suo per rispondere a quelle che sono le richieste.
Attenzione, questa è la parte importante: quando una persona chiede amore, Dio non manda amore, ma genera le condizioni in cui l'amore possa verificarsi. Quando una persona prega per la felicità, l'uomo in bianco, non manda sorrisi, ma situazioni che portino alla gioia e così via discorrendo. Tutto non sta tanto nel chiedere, tanto quello è gratis, quanto nello stare attenti, svegli e capire quando ci sono queste condizioni e coglierle al volo. Lui risponde sempre. Sta a noi accorgercene. Punto.

La prima linea è tracciata, per il perfetto parallelismo abbiamo bisogno della seconda.

Esiste una campagna pubblicitaria, un annuncio stampa per la precisione, fatto per una marca di caffè. Ciò che si vede è una tazza di caffè posata su un tavolo bianco. Il cerchio che lascia la base della tazza macchia il tavolo e la forma che lascia non è quella di un cerchio perfetto ma quella identica al logo Nike, il baffo per intenderci.
Il claim della campagna (ultrapremiata) recita: Le idee arrivano sempre, l'importante è restare svegli.
Spero sia tutto chiaro. Ma credo sia come dire che nella vita le occasioni capitano in continuazione, basta restare attenti, sempre.

Credo sia un parallelismo leggermente condizionato dal tipo di lavoro che chi scrive svolge ma poco conta per il succo: che tu sia molto credente, poco religioso, molto ateo, assolutamente fatalista o estremamente romantico, i fatti stanno davvero a zero.

Resta sempre sveglio. Questa è l'unica cosa che cambia davvero la vita.

Nessun commento: