L'incredibile sensazione di provare la pochezza di essere giovani, o presunti tali.
Situazione: immaginate di essere in un qualunque posto, e di essere lì perchè è qualcosa deciso da voi che porta diverse persone a trovarsi insieme in quel frangente . Ecco, tutte quelle persone, prima di essere lì erano come tanti piccoli fantasmi prima. Nel momento della fatica si è sempre primi e soli in certe situazioni. Ecco, quando la vostre piccole fatiche arrivano al punto in cui portano a qualcosa di tangibile, tutti i fantasmi si materializzano e oltre alla pelle si concretizza anche la voce e l'ovvio giudizio (che giustamente ha un valore diverso/superiore del vostro).
Sopra di voi si creano diversi scalini, tutto quello che pensavate di avere ben chiaro in testa viene in qualche maniera appannaggio di tutti, tutto è malleabile, ogni cosa diventa possedimento altrui. Anche il primo passante, se di età superiore alla vostra, potrebbe essere interpellato riguardo qualcosa che pensavate fosse esclusivo della vostra volontà. Quasi come se Picasso, una volta immaginato il cubismo, fosse stato costretto ad utilizzare curve morbide per tracciare la storia delle sue opere, così, perchè qualcuno che fino a quel momento stava facendo altro, adesso vedendolo ne vede qualcosa di credibile, e ritiene giusto metterci anche qualcosa di proprio.
Ricorda molto "Fracchia la belva umana" o comunque i tanti film di Fantozzi, quando lui diceva una cosa senza essere ascoltato, attimo di silenzio, poi qualcuno più "sù" ripeteva semplicemente la stessa cosa rimediando una bordata di applausi.
Vederlo fa ridere, subirlo leggermente meno.
Confrontandomi con un mio simile, ma di sesso opposto ho avuto questa risposta: pensa che quando sei giovane e donna la cosa si raddoppia. Ma sarà vero? Farò così anche io un giorno, speriamo di no. Tu, sopra i 35, fai così?
Perchè?
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