venerdì 16 settembre 2022

La posta del cuore

 

Cara sceneggiatura,
ti scrivo per dirti gentilmente che questa volta sono molto curioso e contestualmente molto deluso da te.


Flashback cerebrale
Ognuno di noi vive una vita sentendosi, bene o male, al centro di una storia, la propria.
Alcuni sanno essere più fatalisti, altri, quelli proprio alfa, sono più che convinti che niente o nessuno a parte se stessi, può scrivere il proprio destino.
Ampia letteratura, che in questo momento non sovviene, o che forse non esiste proprio, dimostra che gli accadimenti che si palesano poi nella realtà che ci accade, possono essere, in realtà, frutto di una serie infinita di casualità laterali a noi estranee. In sintesi, non hai deciso un bel niente proprio.
Chiarito che siamo impotenti davanti ad ogni cosa, il punto era che, comunque siamo i personaggi principali della nostra vita, ed è pensiero certo di chi scrive che dietro ogni cosa che succede c'è una piccola, media o grande sceneggiatura.
Il destino, metaforicamente, è in realtà un piccolo ufficio con dentro cinque sei persone, di variabile abilità e temperamento che, con voglia o meno, scrivono tutto su un copione, con qualche giorno di anticipo, e poi noi ce la puppiamo tutta.

Tornando al post.
Carissimi sceneggiatori, vi scrivo, al plurale, per dirvi che questa volta siete davvero tanto banali.
Avete incastrato il personaggio nella più classica delle situazioni emozionali, mischiando crisi, crasi, chiese e campane del Duomo alle 8 di mattina.
Il tema della lotta di classe e dell'underdog è trito e ritrito, il finale struggente o di merda o anche noto come "mai una cazzo di gioia" è un tantino il motivo principale della vita del personaggio, quindi mi chiedo per cosa siete esattamente pagati a fare.

Il personaggio principale, al solito campa sulle nuvole e vive della sua finction emozionale, in un continuo struggimento tra "credo e non credo", bollori e freddure, finendo poi per alimentare la propria certezza di vita: LA DISILLUSIONE.

Il personaggio co-protagonista? Parliamone dai.
Sono tutti capaci a scriverlo in quel modo, siete tremendamente banali nella scelta degli accostamenti, capelli scuri occhi ghiaccio pelle di seta, fisico snello slanciato, forme gentili e sensuali. 
Ancora più banali nello scrivere le affinità caratteriali, la preparazione scolastica, il pensiero filosofico generale e la naturalezza con la quale le passioni tendono a collimare.
Seriamente non sapete nemmeno pensare ad un maledetto contrasto?
Ah già, l'avete messo nelle vite pregresse.
Avete piazzato l'ostacolo nella vita, nel ceto sociale.
Ovviamente vissuto malamente dal co-protagonista che cerca di sfuggirlo come può trovando nel personaggio principale un'ancora, una porta, una nuvoletta sulla quale salire.

Posso sì dire che l'ostacolo di casta in questa lunga storia non era ancora stato vissuto, quindi un piccolo sforzo l'avete fatto. Ma prendiamo anche questa cosa, sì, discutiamone.
A che serve nascere in una cerchia di persone se poi il tuo sangue non si mischia con quello degli altri?
Vogliamo poi parlare della morale?
Il personaggio principale deve solo imparare che è troppo vecchio, anche perchè la differenza d'età ci sta tutta, o tutto questo serve solo a far capire al medesimo personaggio che per quanto ci si possa illudere le cose restano sempre come sono all'inizio?

Carissimi sceneggiatori, con sdegno vi scrivo queste righe, pensando a voi come dei topi mangia vermi, a tradimento. Vi auguro che le vostre dita possano raggrinzire, seccare e poi cadere. Con l'auspicio che il foglio sul quale scrivete possa diventare uno specchio e tutta quella roba che vi fa tanto ridere farla capitare agli altri, diventi il vostro lurido destino.

Però, amici, non è che davvero questa volta vi inventate e vi siete inventati una cosa diversa?
Dai, non potete aprire lo scenario ad una svolta importante, semplice e magari smielata?
Parliamone? No? 
Cioè all'interno di questi ultimo quattro cinque capitoli ci sono davvero momenti densi densi densi. Il personaggio principale è rimasto davvero colpito per quei minuscoli colpi di scena, lo so, me lo ha sussurrato, facendomi una confidenza.
Dai amici, i The Giornalisti fanno schifo al cazzo, ma da ieri sera ci sono due tre canzoni che il personaggio non dimenticherà mai più.
Dai ragazzi, non è Shakespeare in Love questo, vero?
L'ho visto mille volte, finisce una merda.
Ragazzi dai, mettetevi mezza mano sulla coscienza. N
o?


Ma che ne sa sto personaggio della società, di entrare in società, dei titoli, dei club esclusivi, dei manager, delle feste, della coca, di essere quello, diventare quello, conquistare il mondo.
Il personaggio ha fatto il liceo, l'università, aveva una Clio, lo scarabeo 50 ed era super felice così. 
Perchè l'avete messo in mezzo a 'sta cosa? 
Che deve capire davvero?
Che deve imparare?

Ok, il personaggio ora va a bere una birra. Fisserà il vuoto, poi a casa il muro.
Farà il broncio. Osserverà i cactus, anche quello piccolo nuovo.

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