lunedì 27 febbraio 2017

08



Agosto, ciao, volevo dirti che mi manchi.
Sì, tremendamente, e nei momenti che meno mi aspetto, come il sole che porti, con quello stesso calore, tu, irrompi nel miei pensieri.

Entri nel modo più strano, di soppiatto.
Sarà la tua presenza a targhe alterne. 
O forse la tua assenza ripetuta.
Sarà che crescendo ci scopriamo un pezzetto alla volta.
Non è più come prima, che eri Agosto da fine Maggio.
Sta di fatto che guardo l'acqua in un bicchiere, 
e niente, mi manchi.

Mi manca vederti colorare le nuvole nel cielo, prima che vai a morire dall'altra parte dei miei pensieri.
Mi manca la sensazione di infinito, di non programmato o non deciso
di qualcosa che arriva così, inaspettato
la noiosa serenità di alcune tue giornate
quella sensazione profonda e continua paragonabile solo al lieto film che finisce, appunto, bene.

Il sospiro di sollievo, simile solo al vento leggero che si alza verso le sette.
Quello che con educazione sposta la sabbia.
La sabbia, quella che non brucia, quella sotto due tre strati.
La melodia delle piccole onde che spiaggiano sulle dita dei miei piedi,
soffice come una farfalla che scherzando si ferma sulla punta del naso di un bambino e lo rinfresca sbattendo le ali.
Le pelle che brucia.
La pelle che poi non brucia più.
Il sorriso che sembra bianchissimo.
Il sorriso che diventa bianchissimo.
Il bianco degli occhi la sera, ancora più bianco.
Il profumo dolce della spiaggia che non sai da dove viene.
I mille specchietti di sole che si riflettono sulla superficie dell'acqua.
Le lentiggini, quelle intorno al naso.
I capelli crespi.
Belli e rovinati.
Asciugare i capelli al sole.
Andare a dormire sapendo che potresti andarci più tardi.
Quindi andare a dormire perché ti va di andare a dormire.
Svegliarsi quando i tuoi occhi hanno voglia.
Sognare.
Il cielo azzurro.
Il cielo nero nero pieno di stelle stelle.
Avere 17 anni.
Averne 71 e notare che dentro di te niente è davvero cambiato.
Male?
Pazienza.
Ci rivediamo la prossima vita.
Ti aspetto sotto l'ombrellone. Promesso.
Giochiamo a beach? Che poi sarebbe beach volley.

La storia di tre mesi.
La storia di tre ore.

Il momento che sembra perfetto.
Il respiro perfetto.
Quello che lo senti che è perfetto.
Il cuore che rallenta i giri.

La malinconia.
L'euforia.
La mania per le cose che si possono fare solo quando ci sei tu.

Un tuffo.
Splah.

Sei stati bravo.
Pat-pat.

Notte.
Smack.

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