venerdì 26 febbraio 2016

Ore 18:00.



Venerdí ore 18:00 é un mondo.
Un mondo a parte.

Dura qualche attimo.
Ma ti porta ovunque.
Venerdí, ore 18:00 é primavera.
Il sole buca una nuvola.
Un respiro, lo scirocco.

Lunedí ore 18:00 é un piano.
Un piano per una festa privata.
Solo tua, o solo con chi vuoi tu.

Oppure un piano diverso.
Il piano B.
Quel posto felice in cui ti nascondi.
Quel posto che ti scalda.
Un cofanetto o quella scatola vecchia dove metti tutte quelle cose che non butterai mai.
Quelle che vorresti facessero per sempre parte di te.
Invece non possono.
Perché qualcosa piú grande di te ha deciso cosí.
Ho forse perché l´hai deciso proprio tu.

Quindi Venerdí ore 18:00 hai il permesso di aprire quella scatola.
E fingere 
per un secondo
che il loro posto sia fuori da quella scatola
e prenderti in giro
che quel sapore sia ancora nella tua bocca
che quell´odore sia ancora sulla tua pelle.

Venerdí ore 18:00 é il riassunto dei riassunti.
Sa essere buono.
Sa essere cattivissimo.
É una sveglia, un post it
Ti ricorda sempre qualcosa.

Venerdí ore 18:00 
é un desiderio, é il brivido della vita.
Quel frammento di gioia infinita che cogliamo solo quando il gioco sta per finire.
O quando é finito.

É vero esiste un venerdí ogni settimana
come un parco giochi pieno di possibili giostre.
Ognuno sceglie quella su quale salire
ognuno sceglie il suo ore 18:00.


Venerdí ore 18:00 é la base di tutto. 
Potresti costruire la tua vita su venerdí ore 18:00.
E forse, se stai proprio attento, é quello il momento in cui capire dove e come
costruirla.
Se in quel venerdí ore 18:00 ci stai bene
ci stai male
se ti va stretto
se ti spaventa
se ti manca
se non l´hai mai provato veramente
se non l´hai mai cercato, veramente
o semplicemente, se non ti sei mai battuto abbastanza 
per quel venerdí ore 18:00.

Perché fin quando non lo provi davvero almeno una volta
Venerdí ore 18:00
saranno solo le sei di pomeriggio.

 

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