martedì 5 gennaio 2016
Casino/merda.
Casino è una parola schizofrenica.
Casino è quando hai combinato un danno.
O qualcosa dal quel pensi che non ne verrai mai fuori.
O che ne uscirai messo male.
Casino è quel posto dove, un tempo o ancora oggi, le donnine di mal costume si concedono elegantemente agli uomini che si sentono potenti ma in realtà sono solo tanto soli.
Casino è il frastuono nel quale sei immerso durante un concerto.
Mentre tutti saltano, tutti urlano, tutti vivono.
Casino è voglio restarci.
Casino è voglio risolvere.
Un cazzo di casino, è il livello massimo di casino.
Da quel momento in poi, cioè da quando pronunci quella formula, il più delle cose sembra andare avanti per inerzia o comunque assolutamente al di fuori del tuo controllo.
A volte il casino lo generi tu, poi si amplifica da solo.
Oppure ti ci ritrovi e tendi a renderlo peggiore di quello che è.
I profumi si dividono in due ceppi: eau de toilette e eau de parfum.
La quantità di alcol rende il secondo più inteso, duraturo e stabile del primo.
La merda è l'eau de parfum del casino.
Quando sei nel bel mezzo di un casino, quasi non ne vedi l'uscita, o se hai dieci decimi, forse undici, puoi solo scorgere che è tanto lontana.
Perché quando è imminente, il più delle volte, significa che sei arrivato, o che te ne sei accorto, tardi e i giochi sono fatti.
Meglio, tu sei fatto.
Evitare il casino è un'arte, a volte un lusso di pochi.
Capitarci una sfiga.
Costruirli, per alcuni la routine.
Esiste una forma rara, meglio unica, di casino che però le supera tutte.
E' quel casino che senti quando fai l'amore.
(Che palle sto blog!).
(Va bè andiamo avanti).
Ecco perché casino è una parola schizofrenica.
La usi nel male e anche nel bene.
E' un casino strano.
Non lo senti salire, arriva di botto e ti rincoglionisce ogni cosa.
Senti tutto ma non senti niente.
Osservi tutto, ma in fondo lo sai che gli occhi non stanno mettendo in memoria la minima immagine.
E' un casino che passa attraverso le vene, che fa venire il formicolio ai piedi, alle braccia, fino al cervello.
Ti senti stordito come se avessi preso un sacco di botte in testa.
Il cranio sembra quasi gonfiarsi.
Scoppia a tratti, senza fare male.
Ridi ma ti manca il fiato.
Faresti centomila cose tutte insieme.
I muscoli volontari vanno in tilt perché arrivano impulsi da ogni dove.
"voglio questo".
"Faccio quello".
"Ti prego lì".
"Oddio, così".
Ti perdi.
E fa caldo.
Più di quando hai le febbre.
E dici cose sceme, se trovi la forza, l'aria, il coraggio.
E ti sembra che in quel casino, per un secondo, acquisti una lucidità che non hai mai avuto.
Si dice che le decisioni più importanti vengano prese in poche frazioni di secondo.
E che poi per tirarle fuori dalla bocca, tutti noi, ci mettiamo spesso troppo tempo.
Alcuni finiscono per mangiarsele.
O rimangiarsele.
Perché si ha paura di se stessi.
Dell'istinto che si scopre di avere, o di aver ritrovato, in quella frazione di secondo di estrema non curanza del mondo, e della sua razionalità.
La sicurezza. La sala d'aspetto della noia.
Però che casino.
Insano eppure così naturale.
Così vero.
Così spaventoso.
Tanto da sembrare un casino diverso da quello che ti fa dire: sei nella merda.
Invece è lo stesso, solo che è una merda diversa.
Bella.
Anzi.
Bellissima.
Oddio!
Quindi anche merda è una parola schizofrenica.
INUTILE NOTA DELLO SCRITTORE DEL BLOG. (Poi "scrittore“).
Per tutti quelli che avessero visto "Dio esiste e vive a Bruxelles", volevo solo dire che questo blog si dissocia e odia categoricamente la legge 2152 o 2155.
Punto.
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