giovedì 31 dicembre 2015

Masini salvaci tu!



Fortunatamente possiamo stare tutti tranquilli.
Tra oggi e domani non cambierà chissà cosa.

L'illusione dura un attimo.
Veloce come il movimento del dito di quella persona che, scaramanticamente, raccoglierà una goccia di prosecco e, sorridendo, ve la passerà dietro l'orecchio.

Per amor di Dio, non uccidetela.
Il mondo ha anche bisogno di lei.
Della sua vita routinaria, della sue abitudine che cozzano col vostro modo di intendere e volere la vita.
Vi fa sentire delle persone migliori, vogliatele bene.

Lei che, al cento per cento, indossa intimo rosso e vive con l'idea che 
"Chi fa qualcosa il primo o l'ultimo giorno dell'anno, allora lo farà tutto l'anno".

La ritroveremo a Pasqua, dunque, che bagna di prosecco il retro dell'orecchio di qualcuno.
O che indosserà intimo rosso.
Avrà uno stock a questo punto.
Lei, la bandiera gagliarda della seduzione.
Perché l'ultima sera dell'anno siamo tutti un po' più, diciamo, disinvolti, meglio, democratici.

Osserveremo i fuochi d'artificio cercando in ogni luce una lucciola guida.
Una speranza, una piccola onda gioiosa da cavalcare.
In realtà saremo già beatamente ubriachi.
Potrebbe essere anche la luce della volante dei carabinieri che ci sta portando via l'auto.
L'avevamo lasciata lì pensando "ma ti pare che te la portano via stasera?".

Ecco, questo limbo tra ieri e domani; questa notte pausa, come quella che prendiamo tra "anno nuovo" e "vita nuova", una virgola d'infinito e di promesse, andrebbe completamente cancellata.
Distrutta.
Squartata.
Violentata.
Massacrata.
Pisciata.

Ci sembra (plurale schizofrenico) di capire che abbiamo a cuore questa serata.
Sì.
Non è colpa di nessuno.
E' colpa della sera in se stessa.

Come il concetto di tempo, anche questa sera è stata del tutto inventata dall'essere umano.
Aveva bisogno di coordinate.
Se le è date.
Giorno di 24 ore.
Ore di 60 minuti.
Minuti di 60 secondi.
Secondi di infiniti infinitesimi.

E stasera, si dice, tutto si azzera.
O ricomincia.
O si perpetua (ma si può dire perpetua? Boh).

La gioia dell'essere umano emotivamente sereno è generare delle gabbie per chi sereno, di base, non lo è mai, o quasi.
Ecco che la festa per tutti, nel girotondo del tempo che stasera chiude il biglietto del 2015, diventa una maledetta giostra di riflessioni.
Del passato, e del futuro.
Riflessioni? Che novità.


Dio, quanto amiamo (plurale schizofrenico) questa fantastica serata.
Cosa ho fatto quest'anno?
Cosa voglio fare da domani?
Cosa cambiare?
Cosa tenere?
Voglio andare avanti?
Voglio restare?
Ho messo le mutande rosse alla fine?
Tromberò mai stasera con l'amica della mia amica che ho conosciuto solo cinque minuti fa?
Ma poi la mia amica ci rimane male?
Ma se te l'ha presentata lei?

La frenesia da organizzazione?
Amo!
Il mondo (come per il Natale) si divide tra chi organizza questa serata come se fosse l'ultima della propria vita.
E' speciale.
Già da Ottobre, come la prima rata del mutuo, bussa alla porta del cervello, "che facciamo a capodanno?".

Gli altri, tutti gli altri, fingono di non ascoltare fino al 30 Dicembre.
Non disturbateli.
Hanno troppe cose a cui pensare.
Decisamente più importanti.
Il loro pesce.
Il mangime.
La piega del divano.
La puntata di Grey's anatomy.
La qualunque, anche se inventato.
Viene prima.
Molto prima.

Ritroviamoci a guardare il cielo mentre i colori lo riempiono, in quel momento, forse tutti, staremo guardando in alto, e sarà come aspettare la manna dal cielo.
Che sarebbe bello scendesse vestita da tantissimi alieni incazzati neri.
Che faranno saltare tutti per aria.
A partire però dalle discoteche.
Quelle che costano 180 Euro (con cenone e consumazione).
gli stessi posti, che il martedì costano 25 Euro (con consumazione e aperitivo, che è, a parte il cotechino, identico al cenone di capodanno, almeno in termini di qualità), ma visto che è capodanno e c'è il dj da Milano Marittima, allora, è diverso.

Però, siamo positivi, e vediamo le cose sotto una luce diversa.
Almeno per le prossime dodici righe.
Tutti sorridono, si sta con gli amici (più o meno cari).
Si beve, perché sembra quasi non dovuto, ma quantomeno educato.
E puoi sempre fare la battuta "oh ci vediamo il prossim'anno".
Niente. Non è possibile.

Facciamo così.
Anche se il tempo è un ciclo che ha inventato l'uomo.
Perché è schiavo della paura della propria immensa piccolezza.
E quindi, anche se non esiste un primo o un'ultimo giorno dell'anno.
Questo blog stronzo vi augura di passare una buona serata.





Mortaccitua.

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