sabato 5 dicembre 2015

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Quante persone sulla faccia della terra possono guardarsi allo specchio e dirsi: 
sì, mi sento fortunato.
E non come Google che dice "oggi mi sento fortunato" solo perche in 0,00007 ti dice dove sta il negozio di sardine. 
Alla fine la fortuna non dovrebbe essere una cosa limitata nel tempo, quella è più definibile come "botta di culo".
La fortuna è fortuna, perpetua e continua; goduriosa per quelli che, senza richiesta, ce l'hanno e fonte di estrema frustrazione per quelli che la guardano passare, da lontano o di struscio.
Non tergiversiamo.
Puoi dire di essere una persona fortunata?
Chi scrive può dirlo?
Analizziamo (ma sì, facciamo un giro nei più torbidi sentimenti di un cretino che scrive di sabato mattina invece di dormire):
3-4 città cambiate negli ultimi sette anni
200-300 persone conosciute
circa 10 amici trovati (il conteggio è spannometrico probabilmente calcolato al rialzo)
5-6 ulcere croniche diagnosticate dal medico (gastroscopia non disponibile in allegato)
4-5 litri di lacrime versate
6/700 bestemmie tra quelle pensate, soffocate, non dette per educazione, dette, urlate, scalciate fuori dalla bocca
2 salti di livello professionale 
Forse ci sarebbero anche altre cose (anche molto brutte) che per fare la tara bisognerebbe mettere in conto, ma facciamo che le lasciamo per la prossima volta.
Forse anche il passaggio su questo blog, per un periodo, dalla prosa alla "falsa poesia" andrebbe preso seriamente in considerazione se vogliamo essere sinceri.
Alla fine la scrittura è decisamente il riflesso dello stato d'animo.
La gente troppo felice non scrive.
La gente troppo ottimista non scrive.
I ricchi non scrivono.
La scrittura è introspezione.
L'introspezione viene solo quando hai tanto da chiedere a te stesso.
Oppure non hai soldi e non sai come farli.
Oppure non hai soldi e non sai come passare le giornate.
Quindi scrivi un libro.
Cercando di entrare nel più saturo dei mercati del mondo.
Sperando che diventi un best seller.
Hai riempito il tempo e sei diventato ricco.
Che fortuna!
Due piccioni con una fava.

Divagazioni.
Pazienza.
Tanta.

Alla fine però oltre agli spiccioli nella tasca la vera verità sta da un'altra parte.
Che novità.
Siamo nati per sognare.
Il nostro corpo ne ha bisogno.
E' uno sfogo richiesto dalla pancia, dalla mente.
Una fuga lecita.
C'è chi nasce con la voglia di lasciare che questo accada solo nella parte incosciente della propria vita.
La sbarra si alza quando gli occhi si chiudono.
Uccidi, godi, tradisci. Anche te stesso.

Purtroppo o per fortuna c'è chi invece non ci sta a questa cosa.
Il limite imposto del sogno notturno non è abbastanza.
Ed eccoci qui. A sognare ad occhi aperti.
A leggere la realtà in modo sbagliato, sballato o tremendamente giusto.
A seguire rotte, sbussolato (che vorrebbe significare con una bussola rotta o guasta; non sapevo quale scegliere perchè rotta è banale ma il suono della r è bello quanto quello della g seguita da ua).
A perdersi nell'oceano.
Sperando di non perdersi davvero.
Ad interpretare il volo degli uccelli o leggere un significato improbabile nell'oroscopo di quello col nome lungo, strano ed impronunciabile de "L'internazionale" (che sembra veramente che ti segua, o peggio, che lo scriva per te).
A mangiare brezel o mangiarsi le mani.
E trovarsi davanti allo specchio, farsi quel poco di barba ed avere quel tempo maledetto per osservarsi, guardarsi negli occhi e chiederselo.
Perchè quelli che sognano ad occhi aperti sono quelli che poi si guardano allo specchio e non riescono a non chiedersi le cose.
E' più forte di ogni altra cosa.
Non c'è pausa.
Non c'è pace.
Pulsa nello stomaco.
Esce con una violenza raccapricciante.
Non ci sa stare lì dentro.
Un bambino che scalcia nella pancia della mamma.
Piazza bei colpi.

Insomma ti guardi, e intanto ti sei fottuto la basetta, e te lo chiedi: tutto ok?

Per chi sogna ad occhi aperti la più grande fortuna è avere la possibilità di poter seguire i propri sogni.
Ed il cerchio logico di questo post, con questa domanda, torna.
Non si parlava di fortuna? Sì! 
Abbiamo dato una risposta? Sì! 
Entrambi i "sì" andrebbero letti come un coretto di marmocchi dell'asilo che rispondono con entusiasmo alla domanda della maestra: "volete bruciare la scuola?".

Il post è salvo.

Puoi riprendere a fare la barba.
Ma poi improvvisamente, dal basso,sale, poco educatamente, oddio no.
Un rigurgito. Peggio.
Vomiti un'altra domanda:
Ma fa bene o fa male continuare a sognare?

E anche la seconda basetta è andata.




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