




Proprio quando la barba che non hai ne tempo ne voglia di tagliare ti copre il viso e, volente o nolente, ti fa capire poco quanto si cresce, si diventa grandi, o più piccoli, più forti o semplicemente più consci di quanto siamo paurosi, ecco che ci pensa il raccoglitore automatico facebook, nella casella ninja "foto".
Giuro, senza incrociare le dita o i piedi sotto la scrivania, che non ho mai richiesto o "taggato" me stesso o alcuno su questo coso (che comunque non mi sta nemmeno poi tanto simpatico). Ho sempre lasciato che le cose venissero a me e, diciamo, sono stato fortunato. Ecco che dopo qualche anno, davanti alla notizia (probabilmente falsa) che il 15 marzo il social mondiale chiuderà i battenti per un anno, ho voluto sbirciare, nemmeno fosse di altri, il profilo personale e vedere nella cartella tieni ricordi.
Il bianco e nero (un pochino classicone) indica l'inizio e la fine è decisamente tra le nuvole, ma i sorrisi non sono pochi guardando questi piccoli dettagli d'infinito.
Sembra di inquadrare le cose e avere un senso un pochino più generale, quasi come se le cose improvvisamente avessero più senso del percepito, flebile, quotidiano.
Tutte certezze incredibilmente basate sul nulla.
Fasi e momenti importanti, fisionomie che cambiano, come le persone che ti stavano attorno, che hanno scelto strade nuove e diverse.
Oppure osservi le scelte, come la cravatta gialla e pensi che probabilmente avresti dovuto farti consigliare da qualcuno che le usava tutti i giorni. Cose strane.
Come un succo d'arancia: simbolo insindacabile di una sbronza, o cose del genere.
Col tempo, quello che vedi, anche di te, ha tutto un senso diverso.
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