
Esce dalla carta e Dio sia lodato per quanto ha fatto bene.
Opera prima, lungometraggio, GIPI arriva e l'Italia trova un mente semplice, naturale, pura.
Ciò che nei fumetti rimane schizzato tra colore e bianco e nero, la pellicola rende ancora più evidente: la purezza d'animo è un dono che oggi viene violentato, costantemente.
Il film è praticamente un elogio alla purezza, l'iperbole aliena è lo spunto divino per distinguere il bene dal male, l'eccesso dal corretto, dal giusto.
Loro, gli esserini, arrivano sul pianeta in maniera tanto felice, poetica e naturale, quasi come la primavera.
Nessun bombardamento, nessun pericolo, non vengono per succhiare cervelli, per impadronirsi del mondo, ma per far capire la differenza, ormai svanita sul pianeta, tra cosa è giusto e cosa è sbagliato.
Arrivassero davvero, come una manna dal cielo, sarebbe seriamente un miracolo.
L'ultimo terrestre è l'eroe della pellicola, semplicemente umano, al limite tra intima purezza ed inettitudine (che fa rabbia e tenerezza), in un mondo (forse troppo caricato) di persone in cui i limiti sono ormai tranquillamente superabili.
Si dice che la razionalità a volte prevale sul cuore, adesso, l'egoismo vince sul raziocinio, e tutto sembra permesso, anche violentare un fiore.
Oltre al film, che merita di essere visto con attenzione, c'è un mare di fumetti che raccontano con poetica attenzione i sentimenti umani, davvero utili nel caso in cui decidiate di andare al cinema, e ascoltare la storia di lui che più che essere l'ultimo terrestre è forse il primo dei marziani sulla terra.
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