lunedì 6 giugno 2011

Questo post ti sta per fregare (si consiglia la lettura della vignetta per una corretta comprensione del testo)

Forse la partenza, o ripartenza, doveva essere più morbida. Forse dopo che non si gioca per tanto tempo sarebbe meglio fare prima ginnastica, sgranchirsi bene, fare qualche giretto di campo con le gambe morbide, poi, se tutto va ancora bene, insomma, se si riesce ancora a stare belli in piedi, si può anche pensare di riprendere a dare qualche bel calcio al pallone.
In questo caso non è stato così. A risvegliare la voglia di parlare, o scrivere, è la vignetta che c'è sopra.
Spesso la fortuna la si vede in eventi occasionali che cambiano la giornata, dal freddo al caldo, dall'amaro al dolce, dalla povertà alla ricchezza.
La fortuna viene raramente inquadrata in un arco di tempo lungo, è sempre un evento scatenante ad essere ritenuto fortunato, fortuito, fortunoso (e chi lo sa).
La fortuna è aver trovato cento Euro in terra, fortuna è essere arrivati alle poste sette secondi prima che chiudesse; fortuna è trovare un parcheggio su lungo Tevere senza aver mai nemmeno fatto il giro completo (toh, che botta di culo).
La fortuna non è mai vista come elemento continuo, perpetuo, o meglio, non viene mai riconosciuta come tale.
Essere nati dalla parte giusta del globo non è fortuna, avere l'acqua che non mi uccide quando la bevo non è fortuna, vivere in un posto in cui posso liberamente esprimere il mio pensiero non è fortuna. Perchè?
Perchè ciò che ci viene dato di default (o meglio di base), viene ritenuto quasi come "dovuto", scontato, quindi rientra nel novero delle cose per le quali possiamo anche essere del tutto irriconoscenti.
Sono nato dalla parte giusta del globo? Doveva essere così.
Sì, ma, che c'entra la tizia bionda che prende una sberla incredibile all'inizio della storia?
C'entra perchè oggi, più che mai, poter scegliere cosa fare, come farlo, cosa essere o meglio, cosa voler diventare, è un discorso con cui la fortuna a davvero a che fare.
Pochi riescono a dedicare gran parte della loro vita ad un lavoro per il quale sentono di avere una passione, tanti architetti giovani, con tante belle idee, finiscono a vendere panini nelle più famose catene di fast food del mondo; altri aspiranti sceneggiatori, fotografi, avvocati si perdono in mestieri che finiscono per abrutire la mente, bruciare le speranze, lasciando al vento il compito di portare via, come il tempo che passa, le speranze.
Per questo ritrovarsi impegnati in quello che si voleva fare è una fortuna, ed è un tipo di fortuna continua, ininterrotta, per la quale bisogna essere sempre riconoscenti, senza mai dimenticarsi come abbiamo fatto ad esserci arrivati e, in nome di chi al momento non gode degli stessi privilegi, dare ad essa il massimo impegno.



Quindi, questo fine settimana, andate a votare. Io voterò sì. Quattro volte.






Lo so, non vuol dire un cacchio. Era solo un post propagandistico.
L'ho scritto che saresti stato fregato.

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