Migrano,come zingare che conoscono la strada, da sempre. La loro natura e la loro capacità di spostarsi veloci e leggere le porta a cercare, ogni volta, il posto più caldo nel mondo. Loro non sentono mai freddo, fuggono forse, lasciandosi alle spalle quello che potrebbe freddare il sangue, i battiti, le emozioni. Furbe, si prendono il meglio dal mondo, la parte più calda del cuscino, si siedono sempre davanti al camino, mai di lato, sempre al centro, si godono quel calore, dal quale ogni cosa nasce e cresce. Portano la primavera, almeno così crediamo, quando invece sono loro che vengono a cercarla da noi. Nere nel cielo librano, creano stormi che rimandano in ognuno di noi forme tanto strane quanto i nostri pensieri. Guardiamo quelle figure o l'ombra incerta dei nostri punti interrogativi, delle nostre domande? Cerchiamo una logica in quella figura come spesso nella vita, nell'evolversi delle situazioni, casuali come le facce dei dadi a Las Vegas; crediamo nella combinazione di eventi fortunati, la mano lancia, la vita ci gira intorno e si ferma in quel punto e noi dobbiamo farci trovare pronti.
Viso rivolto al cielo, sopra di noi, solo il sole, caldo e spavaldo ci infetta del suo entusiasmo, brucia d'invidia, la sua energia è solo per noi, e spera che anche parte delle nostre siano per gli altri, si illude, spera in un mondo minimamente altruista.
Un giorno si vendicherà, ci lascerà al buio, con tante candele e noi prenderemo la cosa in maniera del tutto romantica, sarà sempre San Valentino. Due cuori che volano, come rondini che scappano dal freddo, dritte, verso il sole, verso un sorriso.
Disegnano il cielo, come le dita di una mano possono fare su un corpo nudo, lo segnano, sperando che certe traiettorie non siano mai cancellate, illuse, esiste il vento, la pioggia, le nuvole e la scia delle stelle, come coprire un tatuaggio che non ti piace più, ne cerchi uno che racconti quello che sei ora, sai che è li sotto, e questo ti basta; ma se fai così non è un pochino essere una rondine? Quando diciamo "andiamo avanti" lasciando alle spalle ciò che crediamo debba restare lì, " e che ci posso fare?" ci scusiamo con noi stessi, giustificandoci, non cerchiamo di scappare, o meglio di allontanarci dal freddo? Vale per ogni cosa.
Forse quando arrivano, portiamo il naso verso l'alto e crediamo di vedere loro, quando invece siamo davanti ad uno specchio.
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