giovedì 9 dicembre 2010
Natale. Il periodo più caldo dell'anno.
Tutto quello che segue è colpa sua.
Puoi ritenerlo il periodo più bello o più brutto dell'anno. Quello dei regali, delle pazzie in strada, delle corse veloci verso la metro che chiude, verso il negozio che apre e nel quale dovrai trovare l'ultimo esemplare di quel regalo tanto azzeccato. Il periodo in cui tutti diventano più caritatevoli, delle banalità, dell'affetto, delle persone che ritrovano la fede, il momento in cui tutti rivolgono lo sguardo verso l'alto per vedere se qualche fiocco scende, non avviene quasi mai, ma questo, è anche il periodo della speranza, del buono che c'è in noi, delle promesse fatte a noi stessi, di quelle che abbiamo mantenuto, di quelle che abbiamo dimenticato e di quelle che, volendolo o no, non abbiamo mantenuto.
Il perdono è di questo periodo, per noi stessi e per gli altri. Non per tutti.
Il freddo appanna le finestre e il fuoco del camino si alimenta di sorrisi, di ricordi, di dolci e di noci spaccate sul tavolo vecchio della cucina. Mandarini e cioccolata, zucchero a velo e bollicine di spumante. Naso rosso e il tuo numero della tombola che uscirà il giorno dopo, o forse mai, ricorderai ad alta voce "...Sfortunato nel gioco...", sì, è anche il momento dei luoghi comuni, quelli che utilizzano anche tutte le associazioni che aiutano il mondo "aiuta noi, aiuta noi, dai che è Natale..." come se per le persone che hanno bisogno di aiuto il Natale fosse un momento diverso davvero (non entriamo nella questione).
Senza esserne consapevoli, anche quelli più grandi, ricominciano a credere al signore col vestito rosso e la barba lunga, quello che lavora una notte l'anno, lui, con il mezzo di trasporto che fa invidia a tutti gli amanti della velocità. Roma-Tokio 15 minuti. Sarebbe così bello fare un viaggio con lui, veloci come un battito di ciglia, un respiro sei in Kenia, un altro sei in Australia tra i canguri. Cinture allacciate, sedili riscaldati e renne potenziate. Sognate gente, non costa niente e questo è il momento in cui tutto è davvero permesso. Arriva e finisce, meglio svanisce come il suono di un campanello, irrompe come uno starnuto nel silenzio e si libera come profumo nell'aria. C'è un mondo dietro ogni desiderio e il nostro uomo che si prepara per un anno e lavora un giorno solo lo sa. Arriva, spesso in maniera diversa da come avremmo immaginato, ciò non cambia il risultato, guardate che è vero, è vero se lo volete, se non lo volete, tutto rimane esattamente come ieri, come domani, come sempre. Se vi piace, fate pure.
Come ritornare a giocare, come far finta che sia vero, ma credendoci veramente, prendersi in giro e sentire sulla pelle che un gioco così non lo facevate da tempo.
Sei un tipo serio? Manda la serietà in vacanza, mandala a sciare. Sei un tipo allegro? Metti la mano sulla spalla di chi ride poco. Trasmettila. Sei un tipo pensieroso? Soffia sullo zucchero a velo e vedrai che, dolcemente, andranno via, almeno per quella sera.
Non ti sembra Natale? Non lo è da tempo come lo vorresti tu? Non è questo il tuo Natale? Ok, sei tanto arrabbiato. Ok, magari hai anche ragione. Non ti chiediamo di costruirne uno nuovo. Fai un giro in quello degli altri. Fai l'ospite, assaggiane un pochino. Te lo stanno offrendo. Non è il tuo, tranquillo. Educato, prendine una fetta, magari ti piace, e se succede, vedrai, te ne verrà offerta un'altra.
Qualcuno ha scritto:
"L'unico momento sprecato della vita è quello in cui si pensa di essere soli".
E' scritto in un bel libro,"Le cinque persone che incontri in cielo", il titolo è da grattarsi, le pagine nemmeno per sogno. Può essere un bel regalo.
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