venerdì 15 ottobre 2010

Festival de les millionaires (francese maccheronico)

Il cinema per la sua esistenziale necessità di ricerca, di denuncia, di novità e di rinnovamento… e per la sua caratteristica irrinunciabile di spettacolo di massa… è per sua natura socialista in senso lato.
Alfredo Bini


Il cinematografo talvolta è arte, ma è sempre industria.

Mario Soldati

Oggi tutto è cinema; l’unica cosa che praticamente cambia è dove e come lo si vede.

Gore Vidal

La prossima settimana a Roma inizia la quinta edizione del festival del cinema o dell'arte cinematografica, come è stato ribattezzato a Venezia il mese scorso.
Chiarito che quest'anno l'edizione in laguna è stata sostanzialmente al di sotto delle attese, tanto che il vincitore non è stato apprezzato da tutta la crtitica, figuriamoci dalle persone (che sono quelle che pagando il biglietto mandano avanti la scatola dei sogni), è possibile sperare nel rilancio romano in una location d'eccellenza.
I film in concorso, quelli fuori gara e anche le altre categorie sono tutte molto interessanti e le condizioni per partecipare con entusiasmo sembrerebbero le migliori.
Ovviamente sorge un problema che stona, almeno secondo questo blog, con il senso reale del cinema e con il concetto di festival: il prezzo.

Prima proiezione sala Santa Cecilia euro 23. A pellicola.
Film in concorso 14, per 23: trecentoventidue euro.

Quindi, se una persona a cui piace il cinema volesse partecipare al festival vedendo tutti i film in anteprima nella sala regina dell'auditorium (dove si suppone che sia l'aspetto audio che video siano al di sopra delle righe) deve arrivare a spendere poco sotto i 330 euro. Non male.
Per correttezza è giusto riportare i fatti al completo, ovvero che è possibile, ad un prezzo infriore, pari a 8,50 euro vedere gli stessi film in sale diverse, comuni, distanti dal villaggio del cinema (grossa soddisfazione).
Però mi chiedo: che senso ha vedere i film in concorso in un cinema qualunque, lontano dal cuore del festival, dove magari uscendo si possono incontrare persone che hanno piacere non solo a vedere il cinema ma anche a parlarne, oppure uscire dalla sala e godere della sua parte più appariscente: giornalisti, fotografi, magari attori e sentirsi, anche se solo per qualche minuto, dentro qualcosa di magico e di bello, il cinema, appunto.
Purtroppo queste manifestazioni diventano sempre più legate ad un ambiente e meno alle persone, sempre più d'elite e meno popolari.
Immagino un bel festival in cui i più abbienti avranno la possibilità di passare sul tappeto rosso con le loro scarpe griffate e la borsa in versione micro da tenere rigorosamente sotto l'ascella snella, evitando di graffiare il vestitino di strass, mentre parlano del loro ultimo brunch o di come arredare la sala hobby del loro elicottero.
The ego blog, col muso lungo, molto lungo, sceglierà un film in prima visione dei 14 e in maglietta, jeans e scarpe da ginnastica, magari anche stanco d'agenzia, andrà al festival per guardare l'unica cosa che conta: i film.

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