mercoledì 1 settembre 2010

Meet Tara.


Tara è l'incontro gradevole che fai in aeroporto. E' la ragazza che tiene in mano un libro sul quale butti l'occhio per leggere il titolo "Lezioni americane" dice la scritta bianca su verde. Tara legge e quando l'altoparlante dice che il volo è in ritardo di almeno un'ora lei si volta verso di te e ti chiede in inglese cosa ha detto quella voce metallica. Tu le rispondi cosa hai sentito e mentre il tuo slang inglese tradisce l'accento italiano lei ti dice "parla italiano perchè studio a Milano". Così, naturale come l'amicizia, inizi a conoscerla un pochino e le fai quelle domande da attesa, formali, superficiali; fin quando non scopri che è iraniana. Ecco che la curiosità, figlia del pregiudizio, si accende e prende letteralmente fuoco. Hai voglia di chiederle come si vive da lei, se abbia mai portato il turbante e cosa ne pensa delle pietre appuntite scagliate con violenza sulla testa di chi commette un errore (o almeno tale) nella vita.
Lei è seria, simpatica e arrabbiata quando ti racconta che soffre perchè non può essere lì in certi momenti, tra i suoi, per manifestare, per andare a cercare i suoi amici che scompaiono di tanto in tanto e finiscono per essere ritrovati esanime. Si arrabbia quando dice che la sua passione per l'arte (per quello è in Italia, studia all'accademia delle belle arti) non può essere approfondita nel suo paese perchè censurata, si arrabbia ma non sembra demordere e cerca il modo di restare in contatto con tutti. Ti spiega la sottile differenza tra vedere in televisione la gente che copre i cadaveri con un telo bianco e guardare quelle cose ad un palmo di naso, ti spiega la sensazione d'ansia che si prova nel cercare visi noti durante i servizi della BBC, per capire se c'è qualche suo amico, conoscente, parente al centro della rappresaglia; dice che è arrabbiata ma che crede che un giorno le cose cambieranno, crede in se stessa e in tutti gli amici che sono lì. Non crede più in chi prende le decisioni nel suo paese, "un pochino come da voi....", dice, "cioè?" le chiedi immediatamente e lei riprende a parlare. Ti dice che l'italia è un posto bellissimo, che Milano, dove vive, è una città senza anima, e che tutto quello che c'è di bello nel belpaese è inevitabilmente legato al passato, "l'arte è bellissima, la storia è meravigliosa, si mangia come da nessuna parte, le persone sono meravigliose....Solo che chi decide le cose prende in giro la gente..E' mafiosa la gente che decide le cose" continua prendendone atto, non sta giudicando, il tono è benevolo, quasi rammaricato.
"Il nostro presidente è quasi come il vostro, solo che il nostro usa le armi, il vostro no", tu sorridi perchè ti sembra di guardare la vignetta della settima enigmistica nel gioco "trova le differenze", ma in realtà c'è un cavolo da ridere.
Tara ti dice che vuole trasferirsi in Germania, a Berlino (beata lei) perchè lì è diverso, tutto cresce. La città che mai dorme, che tanto cantava Frank Sinatra, sembra essere diventata la capitale tedesca. Sarà che l'erba del vicino è sempre più verde, ma se tutto ciò che di bello del posto in cui vivo è qualcosa che è legato al passato, evidentemente anche io non sto facendo nulla per cambiare questa cosa, e Tara, giustamente, se ne va a Berlino, altro che lezioni americane.

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