Egor Bashakov si diverte passando in punta di piedi, ma non troppo, sul tema che inchioda il mondo da sempre. Conosco persone che darebbero chissà cosa per avere la risposta alla domanda più gettonata, nata prima del punto interrogativo, prima dell'uovo e della gallina. La domanda che ha una risposta ma che alla fine non ce l'ha davvero. Un capriccio, un vezzo di forma del genere umano, esserere felici è un obbligo o un bisogno? Forse entrambi, per giustificare tutto il tempo e i passi che su questo grande pianeta blu tutti facciamo. Cambia forma e colore, odore e sapore; un thè alle cinque, una telefonata maledettamaledettissima, due cuori e una capanna, un cuore e un loft in centro, un viaggio intorno al mondo in treno, la salute, la vita eterna, l'eterna giovinezza, una morte indolore, un cielo stellato, una stella che cade nelle tue mani, una canzone al momento giusto, un soffio di vento che tutto porta via, l'acqua sul viso una mattina d'estate, cavalcare un'onda, cavalcare l'onda, il sorriso di un bambino, il fatto che quel bambino possa essere il tuo e che si mangi le mani minuscole sbavandole, avere un bavaglino col quale pulire le dita piene di vita, quella che tu hai dato lei/lui, un disegno fatto con i colori a tempera, un miracolo, un traguardo, nessun traguardo, il tempo che si ferma, il tempo che corre via da quel momento, una promessa, zero promesse, un bacio, un altro e un altro ancora, il campanello di casa che suona e qualcuno che ti viene ad aprire, qualcuno che ti salta al collo, le analisi che dicono che non hai il colesterolo, o peggio, la maratona di New York in tre ore e mezzo, fumare per sempre, smettere di fumare per sempre, mangiare, smettere di non mangiare, sorridere, far sorridere, ricevere applausi, ballare, la semplicità, la sveglia alle sette ogni mattina che ti ricorda che ci sei, il caffè caldo e un biscottino, svegliarsi senza gastrite, le farfalle nello stomaco, il solletico sui piedi, salvare una persona, salvarne una al giorno, le costolette di maiale, tornare indietro nel tempo, sbagliare, non sbagliare mai, desiderare tutto, non desiderare affatto, smettere di pensare, ricominciare a camminare per poi correre lontanolontanissimo, credere in qualcosa, camminare a piedi nudi sul pavimento di casa, fare a lotta di cuscini che perdono le piume, imbrattare il muro di casa e sentirsi artisti, macchiarsi di colore, mangiare su uno scatolone mentre fai il trasloco, essere parte di qualcosa, dire la verità...Magari niente di tutto questo è felicità, magari proprio perchè non la possiamo definire veramente nemmeno esiste e quella cosa che si sente di tanto in tanto è solo uno stato euforico accelerato che inevitabilmente, dopo poco, torna da dove era venuto e ci lascia con un buco nello stomaco, quello col quale eravamo prima senza accorgercene.
Siamo in macchina. Lei guida e inizia a parlare con lui.
"Cos'è la felicità per te Dave?"
"La felicità per me. Cos' è la felicità per me...?"
"Per me, questa è la felicità. Stare con te......"
Lei impazzisce e fa schiantare la macchina giù da un ponte.
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