venerdì 3 aprile 2009

L'eccellenza si costruisce giorno per giorno.

Michael Phelps, lo sappiamo tutti, riesce a far venire voglia di nuotare anche a chi è allergico all'acqua. Nel contesto olimpico tutti ci sentiamo più vicini ad ogni disciplina, e nelle due ore seguenti alla gara, abbiamo tutti più voglia di metterci in moto, questo perchè l'eccellenza del risultato stimola chiunque all'azione.
Quello che si vede in gara però, è solo la punta di un iceberg gigantesco fatto di sacrifici enormi che devono essere fatti giorno dopo giorno; un martedì di ottobre, un venerdì di aprile a tre anni di distanza da quel grande giorno. Paradossalmente, mentre tu leggi questo post, lui è in vasca che scivola tra una goccia e l'altra.
Si allena ogni giorno, tutti i giorni, per 5 ore al giorno, bruciando in media 1000 K/cal all'ora. Si allena a tavola, mangiando praticamente sei volte quello che mangia un comune essere umano, lui stesso dichiara di mangiare:
Colazione 
3 uova in padella con pane
formaggio
lattuga
pomodori
cipolle fritte e maionese
2 tazze di caffè
1 scodella di fiocchi d'avena
3 fette di pane tostato con zucchero a velo
3 frittelle al cioccolato

Pranzo 
1/2 kg di pasta condita
2 panini con formaggio, prosciutto e maionese
vari bicchieri di bevande energetiche

Cena 
1/2 kg di pasta
1 pizza
vari bicchieri di bevande energetiche

che ovviamente brucia in vasca, trasformando bracciate in falcate.
Vedere i risultati di tanta preparazione è certamente lo stimolo più grande, ma è solo l'impegno quotidiano che porta all'eccellenza. L'allenamento quotidiano e la volontà di migliorarsi ogni giorno, di sfidare il proprio limite ogni volta che si entra in vasca.
Se il lavoro di un pubblicitario sia del tutto uguale io questo non lo so, quello che credo però è che allenare il fisico sia come allenare la mente, più questa viene messa alla prova, ogni giorno, e più la si porta (o ci si prova) verso l'eccellenza.
Sicuramente è bello vedere le campagne premiate, e i trofei sulla mensola, il problema è che in questo lavoro quasi sempre si pensa che il genio non abbia bisogno di allenamento e che, i tanti premi siano da attribuire ad una mente che si accende da sola e che arbitrariamente partorisca miracoli creativi, da qui il famosissimo discorso sul talento. Mi duole fare un esempio, Cassano. Indubbiamente è un talento. Nella sua carriera, almeno fin ora, reggendosi solo ed esclusivamente sulla sua indubbia dote non ha portato nulla a casa, e il tempo passa. 
Avere delle ottime capacità è solo l'inizio, ma anche in un lavoro come questo è la ginnastica alla quale abitui la mente che porta verso traguardi migliori.

4 commenti:

Stefano Lombardini ha detto...

dopo attente osservazioni sono giunto alla conclusione che i pubblicitari maschi si dividono in due grandi macro-categorie:

a) quelli magri fighi capelloni vestiti firmati che suonano la chitarra vanno in palestra hanno la moto e attirano più gnagna del protagonista degli spot axe;

b) quelli panzoni mezzi pelati vestiti dall'esercito della salvezza che suonano solo i citofoni pigliano la metro e attirano la gnagna come la criptonite superman.

la vera bellezza di questo lavoro sta nel fatto che i secondi hanno le stesse possibilità di diventare grandi creativi dei primi.

EGO ha detto...

Grande Ste!

Secondo me è proprio quello che se la tira di più che dimostra un latente senso di inferiorità.

Evviva i giudizi.

BB ha detto...

Dark: la cosa vale per qualsiasi professione, mi pare.

Ego: rosicone!

EGO ha detto...

@bì: hai ragione. ;)