martedì 21 febbraio 2017

Buongiorno.


Raccontiamo oggi la leggenda del mondo nel mondo.
Un mondo che dura circa dieci minuti.
Un mondo che nasce, cresce e muore ogni giorno.
Il solo mondo in cui ognuno di noi é Dio, Gesu Cristo, Buddha o chi volete voi (basta che sia un creatore, o che lo sia stato) (va bé Gesú non ha creato nulla, stando al librone, ma pazienza).

Il mondo che esiste da quando vi accorgete di essere svegli a quando suona la sveglia.
Alcuni lo conoscono benissimo.
Altri non l´hanno mai davvero visto.
Per alcuni é un mondo molto silenzioso.
Un batuffolo di ovatta su un cuscino di piume.
Che si fa il solletico da solo.
Un mondo in cui l´alluce ticchetta come la lancetta di un orologio con movimento automatico.
Il respiro é sottile come il passaggio delle dita sulle corde di un´arpa.
Le nuvole che non vedi sono rosa tendenti al celeste chiaro.
In quel mondo ci sei ma non ci sei, hai il dono dell´invisibilitá.
E lo usi senza alcuna paura di risultare egoista.
Lo sai, lo hai fatto mille volte.
Mantieni il respiro quasi sospeso, fingendoti altrove, per ascoltare, curiosi, cosa succede quando altri pensano che non siamo ancora lí.
Quasi come quando si pensa, sciaguratamente, cosa sará la vita il giorno dopo la nostra festa di addio.
L´incredibile certezza che il mondo andrá avanti anche senza di noi, si paleserá.
Quel silenzio, quell´egoismo, é un tentativo di immedesimazione, di scoprire cosa accadrá.
Pur sapendo che non sará cosí.
Pur sapendo che non lo sapremo mai.

Bene, adesso, dopo un bel colpo di tosse, diciamo la veritá.
Il mondo nei dieci minuti é un delirio di pensieri incessanti.
Non fai in tempo a fare finta che stai ancora dormendo, cercando di auto prenderti per il culo che un mega camion passa sotto la tua finestra, 18 mila bottiglie di vetro vengono rovesciate esattamente vicino al tuo orecchio (almeno quella é l´impressione).
Se apri uno dei tuoi occhi inizi a smadonnare perché (anche stamattina) non hai dormito, o non sei riuscito a dormire, quanto avresti voluto.
Vince l´agenda, vince il ritardo cronico, vince la riunione, vince la giornata che ti respira addosso. Vince il pensiero dell´anima de li mortacci tua (avrei dovuto metterlo su una riga tutta sua) ( siamo nella fase: l´educazione prima di tutto).
Quindi le domande sciocche tipo "ma sono sveglio" si trasformano solleticando il collo, salendo fino sopra la nuca puntando dritto il centro della fronte, quando a quel punto sono giá cosmiche. E che te lo dico a fare.
E niente, la finzione é un´arma difficile da maneggiare.
Ci provi e ti volti dall´altra parte del cuscino, chiedendo asilo politico all´altra parte del cervello, tipo "scusa non é che mi fai stare due minuti?".
Ma quando mai, come ben si dice a Roma, tra cani nun se mozzicano.
Ti pare che panco pinco, (la parte destra del grigiume del cervello), si mette a fottere, pinco panco (la parte sinistra).
Quindi é come giocare a rincorrere l´ombra.
Quasi inizi a non vedere l´ora che suoni la tua maledetta sveglia, cosí, molto poco rispettosamente per il tuo karma, ecco, ti alzi.

Evviva, una fantastica nuova giornata.

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