martedì 20 maggio 2014

Magia.



Quando guardo le cose che ho intorno, mie ma anche tue
io penso

se quella abat jour potesse parlare, 
quella lì, con la base di legno,
che coprivamo con una maglietta,
o che ci volava da sola,
nemmeno sapesse già.

Che mi direbbe?
Cretino?

corri scemo.


E allora ci prendo gusto.

E se quel libro potesse parlare.
Oltre le sue parole.
Non mi apri più?
Vorrei, risponderei.
Ma ho solo due mani.
E per te ne servono quattro.

E se quel divano potesse parlare.
Non mi sono riposato abbastanza?
Buono gli direi.
Braccia al petto.
Protetto.
Da me.

E se i colori potessero parlare.
Non giochiamo più?
Dai dai, bambini capricciosi.

E se le scarpe potessero parlare.
Andiamo?!
Sospirerei. 
Maledirei.
Imprecherei.
Uscirei per correre.

E se la vasca potesse parlare.
O la cipolla, della doccia.
Guarda che quando ti lavi sono piena di sapone.
Seccata.
Smetterei di usare il sapone.

E se una sedia, un ponte, un parcheggio, un rospo, il miele, la marmellata, millemila foto, il biglietto del cinema, una strada, il sushi e tante altre cose potessero davvero parlare

non sarebbe magia?

E siccome le sento.
Tutte.
Parlare.
Allora la magia esiste.

Allora mi chiedo
se esiste
Perchè non fa il suo dovere?


Quello vero.








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