E' uno spazio che abbiamo tutti. Un piccolo buco in fondo alla pancia, piccolo piccolo. Tanto minuscolo che quasi non ci passa l'aria, tanto concentrato che non ci passerebbe nemmeno l'acqua se volesse. Un' isola piccolissima che galleggia nel mezzo dei nostri ricordi, la usiamo quando vogliamo fuggire, quando il resto sembra di carta, quando abbiamo bisogno di ricordare che per essere ciò che siamo dobbiamo essere passati di lì. E' qualcosa che cambia forma in ognuno di noi, alcuni la vedono come un oggetto, alcuni la sentono come una melodia dolce, altri amara. Si nasconde dietro le corde tese di un violino o magari nell'assolo improvvisato di una batteria o nel silenzio di una piuma spostata da una corrente all'altra. Crediamo di non averne mai bisogno, cerchiamo spesso di fuggire da quello che per noi significa tornare a guardarla, fa paura guardarci dentro, ma ogni volta che l'occhio ci fa caso, inevitabilmente, il solo sbirciarlo ci arricchisce ancora, anche dopo tempo, anche quando sembra che tutto il resto del mondo è avanti al rispetto, lei è sempre in grado di insegnarci qualcosa. Lei o lui che sia, la lezione che ricordiamo o il ricordo a cui teniamo, è sempre ben custodito in un contesto, forse anche quello fa parte della storia, e solo risentirne l'odore ci ricorda la sensazione che non dobbiamo mai dimenticare, per crescere. Con pochi deniari in tasca, ma felice, ho poco tempo per tornarci, prima di riprendere a mangiare asfalto nella city. Voi fate pure la vostra strada, io scelgo di dare una sbirciata, ancora una volta. Buone vacanze.
sabato 9 agosto 2008
Mai abbastanza lontano.
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